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Cronaca Giuggianello

Giuggianello: con un fiore un no convinto all'eolico

La manifestazione di ieri ha ribadito il no di associazioni ambientaliste e di alcuni istituzioni al discusso progetto di un parco eolico a Giuggianello su un sito di alto valore archeologico

Continua a far discutere il progetto di un mega parco eolico nel piccolo comune di Giuggianello: dopo le proteste di diverse associazioni ambientalisti contro la realizzazione dell'opera, ieri è stato il tempo delle manifestazioni di protesta. Sul luogo della "discordia", si sono dati appuntamento responsabili di gruppi e di associazioni impegnate sul territorio, da "La Rinascita", rappresentata da Oreste Caroppo, ad ArcheoClub con Michele Bonfrate, da Vincenzo Ruggeri, presidente Centro di cultura sociale e di ricerche, a Fernando Miggiano, responsabile Legambiente Otranto, da Nuova Messapia Soleto a Giuseppe Maggiore per il centro di educazione ambientale di Andrano, Diso, Spongano, Santa cesarea, dai componenti del gruppo "Essenza", a Marcello Seclì, presidente di Italia Nostra Sud Salento. Inoltre presenti diversi consiglieri provinciali, l'assessore all'ambiente, Gianni Scognamillo, Nicolino Sticchi, presidente della commissione ambiente provinciale, Giovanni Giangreco, funzionario Soprintendenza Beni culturali e del paesaggio del Salento, l'ingegnere Antonio De Giorgi e Daniela Gualtieri.

Tutti hanno portato tra le mani un fiore, spostandosi sul sito della Grotta di San Giovanni fino al Campo delle Pietre Sacre, area della vecchia serra di Giuggianello, sul confine collinoso tra Palmariggi e Poggiardo, dove dovrebbe nascere il parco eolico con 12 pale aerogeneratori o torri hi-tech d'acciaio, con altezza di circa 120 metri ciascuna e con una potenza totale di 24 megawatt. Il fiore tra le mani come simbolo di un lutto, di una sentenza di morte, pronunciata su un luogo storico e dall'alto valore culturale. Complessa la vicenda legata al progetto discusso: la zona interessata, detta Quattromacine, è di interesse archeologico e paesaggistico, perché caratterizzato dalla presenza di serre a ridosso della grotta rupestre di San Giovanni e di insediamenti di era preistorica, e, per questo, sottoposta a vincolo dal 1970, eppure il progetto si fa largo, colto come una possibilità di sviluppo per la cittadina. Le associazioni ambientaliste del territorio hanno lamentato uno scarso confronto dibattutale sulla questione, con la mancanza, quindi, di trovare un compromesso tra le strategie energetiche comunali e la tutela del paesaggio.

Ma soprattutto hanno evidenziato il risultato impattante dell'opera, che cambierebbe l'assetto del territorio, non potendosi giustificare neanche con la giustificazione dell'autonomia energetica comunale, visto che basterebbero meno pale con dimensioni ben più ridotte a garantire il fabbisogno energetico da Giuggianello a Poggiardo. Dito puntato anche contro l'atteggiamento dell'ente locale, che permetterebbe ad un'impresa interessata ad acquisire forti interessi economici e finanziari la realizzazione di un'opera a discapito del territorio. Nella manifestazione di ieri, l'appello forte è stato quello a favorire politiche energetiche non con impianti industriali, ma attraverso le produzioni domestiche, capaci di non impattare e di avere un interesse energetico pubblico.

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