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Cronaca Giuggianello

Giuggianello, "no" del difensore civico al parco eolico

Il difensore civico provinciale scrive alle istituzioni nazionali, regionali e locali, per chiedere la tutela del sito archeologico della Collina dei fanciulli e delle ninfee: "Evitare lo scempio"

GIUGGIANELLO - Giorgio De Giuseppe, difensore civico della Provincia di Lecce, già senatore della Repubblica e vicino nel 1992 ad essere eletto Presidente nazionale, si schiera contro il progetto del parco eolico di Giuggianello. Una scelta significativa, che interviene in un dibattito ormai piuttosto noto, che ha visto già produrre scontri legali sul progetto in questione. De Giuseppe, nella sua missiva, si dice perplesso dall'idea progettistica e chiede alle istituzioni di adottare le dovute cautele per salvaguardare il territorio, interessato da insediamenti archeologici, da un danno ambientale.

L'ex senatore magliese ha comunicato la propria preoccupazione in una missiva indirizzata al governatore regionale, Nichi Vendola, ai ministri del governo Berlusconi (rispettivamente per lo Sviluppo economico, le Politiche agricole, l'Ambiente, il Turismo e i Rapporti con le Regioni), Paolo Romani, Giancarlo Galan, Stefania Prestigiacomo, Vittoria Brambilla, Raffaele Fitto, al presidente della provincia, Antonio Gabellone, e ai sindaci di Giuggianello, Minervino di Lecce, Otranto, Palmariggi, Santa Cesarea Terme, e al coordinamento civico per la Tutela del Territorio.

De Giuseppe spiega di avvertire il dovere di chiedere alle istituzioni interpellate di adottare misure idonee ad impedire "un danno irreparabile al territorio orientale della penisola salentina": "Mi riferisco - chiarisce - all'installazione di 20 torri eoliche dell'altezza di 145 metri sulla ‘Collina dei fanciulli e delle ninfee' in territorio di Palmariggi e di Giuggianello, mentre altre localizzazioni interesserebbero zone confinanti con la litoranea Otranto - Santa Cesarea Terme".

Il politico magliese ricorda come il territorio in questione abbia vasti giacimenti archeologici "unici al mondo" e "testimonianze storiche di eccezionale importanza", oltre ad "un'agricoltura tipica ed un ambiente naturale tra i più suggestivi". Ed esplicita, inoltre, come sia sempre crescente la presenza di visitatori, attratti dalla bellezza del sito: "Le caratteristiche ambientali e storiche della zona impongono la massima attenzione sui procedimenti autorizzativi ancorché fossero stati avviati prima della pubblicazione del Regolamento della Regione Puglia del 20 dicembre 2010, relativo alle linee guida per impianti alimentati da fonti rinnovabili".

De Giuseppe rammenta, in particolare, come fu proprio la difesa della vocazione turistico-agricola che portò, negli anni Sessanta e Settanta, alla "sofferta rinunzia ad insediamenti industriali inquinanti, malgrado i problemi occupazionali allora, come adesso, fossero preoccupanti": "Da quella preveggente scelta - asserisce -, stanno ora derivando risultati positivi sotto tutti gli aspetti, sicché per le popolazioni interessate è assolutamente inaccettabile vedere compromesso il futuro con impianti destinati a guastare il profilo naturale di un territorio tra i più apprezzati ed amati d'Italia".

Per questa ragione, De Giuseppe si associa all'appello di amministratori, associazioni culturali ed ambientalistiche, studiosi e cittadini perché la Regione Puglia e le autorità messe a conoscenze del caso, ciascuna secondo le proprie competenze, evitino lo scempio di una zona che appartiene all'umanità.

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