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Cronaca Giuggianello

Maestrale Green Energy, è definitivo il sequestro per 4 milioni e mezzo di euro

Diversi investitori contestano il mancato rispetto degli impegni contrattuali assunti dal colosso milanese in merito ad un progetto per la realizzazione di un impianto eolico in territorio di Giuggianello. Duri diversi passaggi del dispositivo: "Condotta gravemente omissiva"

LECCE – Condotta “gravemente omissiva”, in un passaggio definita persino “truffaldina”. Non usano mezzi termini i giudici della sezione commerciale del Tribunale di Lecce (presidente Alessandro Silvestrini, a latere Stefano Maria Sales e Sergio De Bartolomeis) sul caso della Maestrale Green Energy. Che vede sequestrarsi in via definitiva quote e beni sino alla concorrenza di 4 milioni e 500mila euro, e in attesa che abbia fine il processo civile in atto.

Per ora, dunque, in una partita ancora lunga e complessa, l’hanno spuntata quegli operatori privati, rappresentati dall’avvocato Luigi Quinto, che contestavano il mancato rispetto degli impegni contrattuali assunti dal colosso milanese in merito ad un progetto per la realizzazione di un impianto eolico in territorio di Giuggianello. Un gigante di dodici torri, di circa 100 metri ciascuna, per un totale di 24 megawatt. Il sequestro consente di bloccare i beni, a garanzia del credito vantato.

I passaggi chiave sono tutti nelle parole messe nere su bianco dai giudici, secondo i quali, i comportamenti della società, “costituiscono elementi di fatto tali da consentire, piuttosto agevolmente, per vero, di presumere […] l’effettività di una macchinazione ordita dalla Maestrale per boicottare la nascita del parco eolico”.

Ma quello che preoccupa i più, è il circostanziato resoconto sui dati di bilancio della società Maestrale. Considerazioni sulle quali fonda, sostanzialmente, la conferma del sequestro: “I dati […] sul già gravissimo disavanzo dell’esercizio 2011, provenienti dalla relazione dell’esperto – ovvero l’esposizione debitoria di Maestrale per circa 34 milioni di euro – benché dapprima contestati, risultano invece categoricamente confermati dal finanziamento effettuato (dalla controllante Theolia) per ripianare quell’esposizione debitoria”.

Per l’avvocato Quinto, quelle dei giudici sono da ritenersi “parole tanto più pesanti se si tiene conto che la società Maestrale Green Energy è uno tra i principali operatori italiani nel settore delle energie rinnovabili. Ha sviluppato, su tutto il territorio nazionale, un portafoglio con oltre 500 megawatt, diversificato geograficamente e composto da progetti già in fase di esercizio, da altri in costruzione, da altri che stanno completando l’iter autorizzativo e altri ancora allo stato esplorativo di greenfield, per un totale di un miliardo di euro d’investimenti stimati, resi possibili anche attraverso partnership finanziarie con importanti istituzioni internazionali”.

Nel novembre del 2007, ricorda sempre il legale, Maestrale Green Energy è tra l’altro entrata a fare parte del gruppo francese Theolia, fra i maggiori player europei nel campo delle energie rinnovabili, quotato alla borsa euronext di Parigi.

Sotto il profilo amministrativo, il Tribunale di Lecce ha dunque confermato quanto in precedenza statuito dal Consiglio di Stato e dalla Corte di Cassazione, vale a dire che il titolo autorizzativo del parco eolico, non solo è legittimo, ma è a tutt’oggi valido ed efficace.

La vicenda nasce lontano nel tempo ed è piuttosto travagliata. Tra il 2008 e il 2011 vi era stato un lungo contenzioso promosso dall’associazione Italia Nostra contro l’autorizzazione del parco che aveva ritardato l’avvio dei lavori e che si era risolto con la conferma della legittimità del titolo. Dopo, sono seguite le vicende societarie tra l’originario titolare del progetto, la società Wind Service di Galatina, e chi si era proposta per lo sviluppo, vale a dire la società Maestrale Green Energy. La conclusione anche di tale fase del contenzioso segna lo sblocco definitivo dei lavori. 

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