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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Giustizia: al via l'astensione dei penalisti. A Lecce l'adesione è totale

La protesta, indetta dall’Unione camere penali italiane contro i provvedimenti dell'attuale governo, continuerà sino al 23 novembre

LECCE – Oggi è iniziata anche a Lecce l’astensione degli avvocati penalisti dalle udienze, indetta dall’Unione camere penali italiane, che continuerà sino al 23 novembre.

“Esprimo grande soddisfazione per l’adesione dei colleghi, che è stata totale e convinta, tanto da paralizzare completamente l’attività del Tribunale”, il commento del presidente della Camera penale di Lecce, l’avvocato Silvio Verri. “Si tratta di un chiaro segnale di forza e di compattezza, che gli avvocati hanno voluto mandare al governo, anche a costo di sacrificio personale”.

“Denunciamo a gran voce le politiche del governo in materia giudiziaria, che crede di poter seriamente affrontare materie complesse e delicate come il processo penale mediante emendamenti di carattere elettoralistico, o improvvisando riforme autodefinite “epocali” senza alcun confronto con la comunità dei giuristi, e senza alcun rispetto per i principi fondamentali di una democrazia parlamentare”.

“Ricordiamo al ministro – prosegue l’avvocato Verri – che il processo penale non è un luogo popolato di colpevoli in attesa di essere condannati o altrimenti di farla franca grazie ai cavilli degli azzeccagarbugli. Così sono stati offesi gli avvocati, e a poco valgono le scuse compunte che subito dopo ci sono state porte. Il processo è il rito pubblico e solenne mediante il quale il giudice verifica la fondatezza di una accusa formulata nei confronti di un imputato che si presume innocente; tanto deve avvenire in un tempo ragionevole e definito, e solo un’idea incivile della giustizia può concepire che un cittadino possa restare in balia del processo a tempo indeterminato”.

“È inaccettabile, infine, la pretesa di intervenire sulla eccessiva durata dei processi comprimendo i diritti di difesa e le forme di acquisizione della prova in contraddittorio tra le parti, ovvero di demolire la efficacia dei riti alternativi al dibattimento, lasciando invece intatta la signoria dei Pubblici Ministeri sulla durata delle indagini. Rinnoviamo, dunque, la nostra opposizione allo scellerato disegno del Governo, al quale chiediamo di fermarsi e ragionare seriamente sul percorso di riforma da intraprendere, senza facili populismi che portano inevitabilmente con sé il rischio di derive autoritarie”.

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