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Cronaca Centro / Viale XXV Luglio

Gli operai ex Hds concedono il bis. Riesplode la protesta in prefettura

I 22 lavoratori licenziati sia da Bat Italia che dalla nuova ditta, insieme ai sindacati Cgil e Filcams bussano alle porte delle istituzioni. “Rispettate l’accordo ministeriale, convocando un nuovo tavolo”. Mobilità agli sgoccioli

LECCE – Gli operai reduci dalla manifattura Tabacchi di Lecce, escono di scena dopo il licenziamento della ditta Hds. Ma la loro vertenza torna, finalmente, alla ribalta. Quest’oggi hanno inscenato una protesta, dopo la manifestazione “solitaria” di ieri, di fronte alla prefettura di Lecce.

E questa volta accompagnati dai sindacalisti di Cgil e Filcams Cgil, Daniela Campobasso e Mirko Moscaggiuri. Il blocco stradale, in via XXV luglio, è durato appena un’ora. Poi la mobilitazione è rientrata in seguito all’incontro che i sindacalisti hanno avuto prima con il viceprefetto Guido Aprea, e poi con il sindaco di Lecce, Paolo Perrone.

Appena ieri avevano bussato alla porta anche del presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone. Per tutti, un’unica richiesta: la sollecitazione di un ritorno al tavolo romano, presso la sede del ministero dello Sviluppo Economico in cui, più di tre anni fa, furono firmati gli accordi per la riconversione del sito. Conseguenti alla dipartita di Bat Italia dal territorio. Un’ennesima chiamata all’assunzione di responsabilità, aggravata da una circostanza: ”Durante l’ultimo incontro tenuto il 27 aprile, l’amministratore delegato di Bat Italia aveva foto (63)-2-3assicurato un ristoro economico per i 22 lavoratori fuoriusciti dal circuito produttivo – racconta Daniela Campobasso- . Ribadendo la sua intenzione in altri incontri di natura informale, per poi ritrattare quanto detto”.

I 22 lavoratori confluiti in Hds, tra gli altri, sono stati i più sfortunati. Hanno assistito inermi alla presentazione di tre piani industriali, falliti uno dopo l’altro. Per finire inevitabilmente in mobilità. Nessuna delle altre due ditte coinvolte nel piano di riconversione, né Ip Korus, né Iacobucci, si è fatta carico di queste maestranze. E per molti di loro, il sussidio economico è in scadenza. Tra due settimane si troveranno non solo private del futuro lavorativo, e di un diritto sancito nel famoso accordo del 2 dicembre 2010. Ma senza un centesimo in tasca.

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