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Cronaca Cursi

Greggi vicino alla Copersalento. "Rispettare le misure"

Alcuni cittadini hanno segnalato al Codici di Cursi la presenza di allevatori con i loro animali nei pressi dell'azienda, sotto inchiesta per emissioni di diossina in atmosfera, nonostante ordinanze

CURSI - Greggi al pascolo nei pressi della Copersalento, nonostante le ordinanze? C'è chi dice di aver visto i pastori condurre i propri animali non lontano dai camini dell'azienda, che sorge nel territorio magliese, ma le cui emissioni riguardano una più estesa fetta di popolazione, persone residenti nei comuni limitrofi, tanto da aver smosso anche il sindaco di Melpignano, Sergio Blasi. Le segnalazioni sono giunte al Codici (Centro per i diritti del cittadino), che mette in evidenza la pericolosità dettata dall'indifferenza di alcuni allevatori, i quali lascerebbero pascolare le proprie greggi nei campi a ridosso della Copersalento. Eppure, dopo l'emergenza diossina, il primo cittadino di Cursi, Edoardo Santoro, ha emesso un'ordinanza che prescrive misure cautelari per il pascolo del bestiame e limitazioni nella raccolta di foraggi e di prodotti destinati all'alimentazione degli animali. Ovvero, il divieto di pascolo di ovini e bovini per un raggio pari a 5 chilometri dal punto di emissione della Copersalento, lo sfalcio del fieno a meno di 10 centimetri dal suolo e ulteriori misure cautelative per l'alimentazione degli animali.

"Sono tutti accorgimenti fondamentali cui gli allevatori e gli operatori agricoli devono attenersi scrupolosamente - dichiara la responsabile del Codici di Cursi, Sara Francesca De Giorgi - soprattutto dopo i recenti casi di abbattimento dei capi di bestiame perché ritenuti essere alla diossina". Il Codici sta quindi inoltrando richiesta agli organi di competenza affinché si provveda con la bonifica dei terreni intorno alla Copersalento, e al sindaco di Cursi maggiori controlli per il rispetto della normativa comunale.

Il caso Copersalento è ormai ampiamente noto alle cronache: dopo i continui sforamenti di emissioni nell'aria, attestati dall'Arpa, le prime misure della Provincia di Lecce (sotto la gestione Pellegrino) e la nascita di comitati, la questione è approdata nelle settimane scorsa anche presso il Tribunale di Maglie, con Blasi pronto a dare battaglia, tanto da costituirsi parte civile nel processo sulla diffusione dei fumi in atmosfera, per conto del Comune di Melpignano. Una storia che si trascina da decenni, per la verità, e non è la prima volta che il caso approda in un'aula di giustizia. Negli ultimi tempi, però, le accuse di Blasi hanno toccato anche il sindaco di Maglie, Antonio Fitto, che, a dire del primo cittadino di Melpignano, si troverebbe in imbarazzo nella vicenda, "forse per tutelare interessi differenti". E fra un'accusa e l'altra, la risposta di Fitto non s'è fatta attendere: querela per diffamazione nei confronti del collega, che ha risposto ricordando come fosse stato lui l'unico ad aver realmente chiuso l'azienda, nel momento opportuno.

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