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Cronaca

I cani si ammalavano nei viaggi nascosti: stroncato turpe traffico illecito

Indagata una 60enne di Ceglie Messapica. Il commercio illecito era esteso non solo la provincia di Brindisi, ma anche in quelle di Lecce, Bari e Taranto. I proprietari spesso vedevano i cuccioli morire. Scoperta la base logistica, ramificata verso Napoli e Paesi dell'Est

CEGLIE MESSAPICA - C.S., una donna di 60 anni di Ceglie Messapica, è indagata per introduzione di cani privi di identificazione, traffico illecito di cuccioli provenienti dall'estero e maltrattamento di animali. L’affare alla base sarebbe davvero ingente e l’organizzazione ben più estesa. Per quanto riguarda il giro economico derivante da questo traffico, è aperta un’altra indagine, delegata dalla Procura della Repubblica di Brindisi alla guardia di finanza. Dunque, non si escludono altri sviluppi.

L’inchiesta della forestale ostunese è stata piuttosto lunga. E’ durata tre anni ed ha riguardato animali da compagnia, in particolare cani. Povere bestie che, secondo gli investigatori, sarebbero state detenute in condizioni incompatibili con la loro natura.

Questo commercio illecito era esteso in buona parte della Puglia. Ha interessato, infatti, non solo la provincia di Brindisi, ma anche quelle di Lecce, Bari e Taranto, più altre località italiane. Ceglie era dunque una sorta di base logistica.

Tutto è nato dopo numerose denunce da parte di cittadini, quindi anche del Leccese. Molti di questi hanno lamentato problemi di salute tali da portare spesso gli animali alla morte. Dopo l’acquisto di cuccioli, infatti, nella maggior parte dei casi avvenuto tramite annunci su Internet, si sono manifestate problematiche di salute molto gravi, in particolare gastroenteriti acute non più risolvibili nonostante gli interventi dei veterinari.

In breve si è scoperto che il punto di approdo era una masseria a Ceglie Messapica, dove i cani sarebbero stati detenuti in condizioni incompatibili. Gli animali sarebbero lì arrivati o in maniera diretta dall'Europa dell'Est o tramite alcuni centri di smistamento in provincia di Napoli. Da qui poi, i cani, soprattutto di razze pregiate e rare quali Cavalier King, West Highland, Spitz Pomer, Akita, Maltese, Samoiedo, Bolognese, Chihuaha, Chow-Chow,  venivano poi fatti recapitare agli acquirenti.

I forestali hanno svolto appostamenti e pedinamenti, scoprendo che l'organizzazione, partendo dalle richieste di cuccioli via Web, provvedeva attraverso una responsabile a reperire quasi tutte le razze richieste, alcune anche molto rare. Sarebbe stata in grado di esaudire quasi tutte le richieste fatte dai privati attraverso le inserzioni su svariati siti, al passaparola e anche ai negozianti di animali compiacenti.

foto 102-34-2Per il commercio illegale la responsabile si sarebbe servita anche di attività organizzate sotto la veste di associazioni sportive con il falso scopo di propagandare, promuovere e sviluppare iniziative culturali e ricreative, in genere senza scopo di lucro.

Tutto questo sarebbe tornato utile a gestire in un luogo con parvenza lecita animali da compagnia. La stessa, oltre a falsi nomi e fittizie località nelle inserzioni, avrebbe usato anche passaporti e documentazioni veterinarie falsi. Avrebbe fatto intestare anche ad alcuni cittadini extracomunitari varie utenze telefoniche mobili, indicate sui vari annunci, utilizzate per entrare in contatto con i potenziali acquirenti.

Nel corso delle indagini e dalle varie verifiche eseguite nella masseria utilizzata come base, sarebbe emerso che i cani, prematuramente separati dalle mamme, per affrontare i lunghi viaggi dai paesi di provenienza venivano  narcotizzati ai limiti della sopravvivenza, anche per occultarli ai controlli lungo il percorso. Elemento, anche questo, causa di un alto tasso di mortalità.

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