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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

L'Adriatico come piattaforma: due gli approdi tra Otranto e San Foca

Con l'intesa tra Gazprom ed Edison il Salento può ritrovarsi con due infrastrutture energetiche simili. Il sindaco Cariddi: "Già valutati tutti gli aspetti". Il primo cittadino di Melendugno: "Due gasdotti, idea folle"

LECCE -  Riprende quota il progetto di gasdotto Igi Poseidon, tra Italia e Grecia, per l'approvvigionamento dell'Europa dal Mar Caspio. 

Un accordo preliminare è stato infatti siglato tra Edison e Gazprom dopo l'incontro di ieri con il ministro delle Attività Produttive, Federica Guidi. L'infrastuttura è stata studiata da una società partecipata dalla francese Edison e dalla greca Depa e prevede l'approdo a Otranto.

L'opera vanta tutte le autorizzazioni, compreso l'avallo dell'amministrazione idruntina: a giugno 2016 scade il decreto ministeriale per l'avvio dei lavori, già prorogato nel 2013. L'elemento di novità è dunque l'individuazione del soggetto fornitore, il che rende possibile ora la decisione finale di investimento. 

"Il fatto che Igi non avesse più a disposizione l'approvvigionamento del gas azero (dirottato intanto sul Tap, ndr) era noto - ha spiegato il sindaco di Otranto, Luciano Cariddi -, così come il fatto che fosse per questo motivo venuto meno l'interesse commerciale. Ma sapevano anche che la società (Igi Poseidon, ndr) aveva cominciato a guardarsi intorno, prima a Cipro e poi a Israele. In un secondo momento sono iniziati i nuovi rapporti con Gazprom".

Il primo cittadino ha voluto anche ricordare che nella fase preliminare sono state presentate molte prescrizioni perché l'opera, che dovrebbe sfruttare il corridoio già esistente per un elettrodotto, fosse la meno invasiva possibile: "Abbiamo vagliato tutti i possibili impatti, da quelli paesistici e ambientali a quelli anche psicologici perché abbiamo piena consapevolezza di essere una realtà turistica di prim'ordine". 

La fattibilità del Poseidon appare dunque pacifica, fermo restando che tra il 2006 e il 2008 ci sono stati dei confronti pubblici per spiegare l'impatto dell'opera sul territorio e sulla costa. Intanto però la vicenda ben più conflittuale del Tap ha innescato una mobilitazione da parte dell'amministrazione di Melendugno, seguita da altre della zona, e di molti attivisti:  più in generale la sensibilità dell'opinione pubblica è diversa da quella che era anni addietro rispetto alla realizzazione di grandi infrastrutture. 

Con lo sblocco determinatosi ieri con la firma del memorandum d'intesa, la parte adriatica della provincia di Lecce diventa una sorta di piattaforma nazionale per l'ingresso del gas naturale proveniente da est: dal punto di approdo di Tap, la spiaggia di san Basilio (San Foca), a quello previsto da Poseidon, a sud del porto di Otranto, ci sono solo pochi chilometri di distanza. 

Se a Otranto nessuno si meraviglia, a Melendugno c'è stupore: "Non so come interpretare questa notizia - ha dichiarato il sindaco, Marco Potì -. Il fatto che ci sia stato l'interessamento diretto del nostro ministro dimostra che il governo insiste sulle fonti fossili, non tenendo conto di tanti impegni assunti a livello internazionale e nemmeno del parere della Regione. L’idea di due gasdotti in una della zone turistiche più di successo mi pare folle. Ricordo anche che una delle ragioni a sostegno del Tap era la necessità di diversificare le fonti energetiche per svincolarsi proprio dalla Russia. Non vorrei che l'interesse fosse la realizzazione dell'opera più che il trasporto del gas". 

Sulla novità delle ultime ore si è espresso anche il presidente pugliese di Legambiente, Francesco Tarantini: "Sono anni che invitiamo le istituzioni e la politica, a livello regionale e nazionale, a lavorare sull’ipotesi di un unico gasdotto in Puglia con un punto di approdo meno impattante possibile. Invece oggi nella nostra regione si concretizza il rischio di averne ben due, uno a Melendugno e l’altro ad Otranto, con proteste da parte di entrambi i territori e, di conseguenza, incertezze sulla realizzazione. Ribadiamo la nostra posizione favorevole alla realizzazione di un solo gasdotto in Puglia nella prospettiva di una drastica riduzione di approvvigionamento dalla fonte più inquinante di tutte, ossia il carbone".

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