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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Stadio / Via Novara

"Il muro che unisce": artisti da tutta Italia per creare un graffito di 260 metri

Dal 16 al 22 giugno writer di tutta Italia saranno chiamati a creare un'immensa opera sulla parete del complesso parrocchiale di San Giovanni Battista sul tema di un messaggio simbolico

LECCE – Il tema è intrigante, quasi un’antinomia: “Il muro che unisce”. Proprio così: non che separa, come si chiede di solito a una parete, ma che unisce.

“Il muro che unisce - An urban art project”, è il progetto promosso dalla comunità parrocchiale di San Giovanni Battista, nel quartiere Stadio, patrocinato dall’Accademia di Belle arti e Comune. Lo scopo è creare un’opera d’arte che esprima voglia di partecipazione e il sentimento diffuso della comunità di quest’angolo di Lecce a sentirsi parte integrante della città e del suo futuro.

Già, ma come? Semplice (si fa per dire…): con un maestoso murale lungo 260 metri per una superficie complessiva di 676 metri quadrati sulla recinzione esterna del complesso parrocchiale.

Dell’opera se ne occuperà, dal 16 al 22 giugno, una colorata squadra di artisti di fama internazionale, specializzati in graffiti-writing, aereosolart, street-art, poesia d'assalto, calli graffiti. Il coordinamento sarà affidato allo street artist Dado, che si avvarrà della collaborazione di colleghi provenienti da tutta Italia: Kerotoo, Fenix Asar, Peeta, Made, Cheone, Crea, Corn 79, Etnik, Cekos Art, Camardo e Davide. Al termine, sarò realizzato un catalogo digitale, pubblicato in maniera permanente sul sito della comunità parrocchiale.

L’obiettivo è valorizzare l'intero complesso di via Novara, come esempio di architettura nazionale e internazionale, riaffermando il suo livello qualitativo ed estetico attraverso l'invito alla collaborazione di artisti dalla confermata esperienza nel linguaggio tecnico-espressivo dell'Urban Art  

Il complesso parrocchiale, infatti, è considerato oggi tra le opere d’arte contemporanea più significative del Salento, sia grazie alla mano di artisti come Mimmo Paladino e Armando Marrocco, sia per la rappresentazione e il risultato d’insieme che gli architetti Franco Purini e Laura Thermes sono riusciti a ottenere da una struttura che definisce un’architettura capace di costruirsi come “totalità”. E rappresentando un punto di riferimento fondamentale nel quartiere.

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