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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Il no della Poli ai farmaci vecchi e meno costosi

Secondo il coordinatore regionale di An il decreto sanitario in Puglia pensa al contenimento della spesa farmaceutica e non alla salute dei cittadini

Farmaci superati, che costano meno e che non tutelano più la salute dei cittadini. Contro il decreto della Regione Puglia contenente alcune prescrizioni in materia farmaceutica, scende in campo il coordinatore regionale di An Adriana Poli Bortone. In una nota diramata questa mattina, Poli Bortone parla dell'incidenza negativa che il decreto avrebbe su occupazione, salute dei cittadini e libertà di cura dei medici.

"Nei singolari meccanismi della Sanità di Vendola - afferma - c'è anche il profilo che riguarda il mondo del lavoro, cioè il risvolto per il quale le decisioni del Governo regionale complicano la vita a qualche categoria professionale. In questo caso quella degli informatori medici".

"In sintesi accade - spiega Adriana Poli Bortone - che un decreto regionale fa sì che al paziente si prescriva per patologie che riguardano lo stomaco farmaci con il lanzoprazolo come principio attivo che risalgono ormai ad oltre 10 anni fa e che costano di meno. Sono farmaci superati dai nuovi composti, che sono certamente più efficaci e che costano di più. E che i medici però non prescrivono proprio perché soggetti a queste direttive e perché la differenza con il farmaco dispensato sarebbe a carico del cittadino (alla faccia dell'uguaglianza sociale!). Accade di conseguenza - continua - che le aziende mediche non inviano i propri informatori in zona perché di fatto impossibilitati a lavorare e quindi inutili. O meglio ad un passo dal licenziamento. Senza null'altro aggiungere per gli effetti che il decreto comporta sulla salute dei malati e sulle garanzie della libertà di cura dei medici. Tutto ciò - conclude il coordinatore di An in Puglia - in nome del superiore principio del contenimento della spesa farmaceutica, che in Puglia incide sulla quella generale per la Sanità solo nella misura del 12% e che mi pare sia finita anche sotto la lente critica dell'Agenzia Italiana del Farmaco ".

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