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Cronaca

Presunti prestiti usurari, indagato un imprenditore. Perquisita la sua abitazione

Al centro delle indagini del nucleo di polizia giudiziaria della guardia di finanza un 46enne di San Donato di Lecce. Due piccoli imprenditori sarebbero stati costretti a restituire all'imprenditore quasi il doppio di quanto avuto in prestito

LECCE – Quello dell’usura è un fenomeno endemico e sotterraneo a un territorio come quello salentino, che rischia di strangolare la piccola e media impresa e di ostacolare la crescita economica e lo sviluppo del commercio. Per questo la lotta a un fenomeno molto più diffuso di quello che si possa immaginare assume particolare importanza in un momento di crisi economica come quello attuale. In quest’ottica le indagini della Procura di Lecce risultano quanto mai complesse e fondamentali per ridare fiducia ai cittadini e debellare uno dei crimini più odiosi.

Dopo le operazioni “Shylock” e “Aequanius” (che nei giorni scorsi ha portato all’arresto di sette persone), una nuova inchiesta su un presunto complesso giro di usura, coordinata dal sostituto procuratore Giuseppe Capoccia, scuote il capoluogo salentino. Al centro delle indagini condotte dagli uomini della sezione di polizia giudiziaria della guardia di finanza di Lecce, sotto la guida del colonnello Francesco Mazzotta, la figura di Fabio Persano, 46enne originario di San Donato di Lecce. A dare avvio alle indagini le denunce di presunte vittime del commerciante attivo nel settore delle automobili, due piccoli imprenditori che sarebbero stati costretti a restituire, a fronte di un prestito di circa 36mila euro, oltre 64mila euro (dovendo cedere anche un appartamento).

Richieste di denaro che sarebbero divenute nel corso delle settimane sempre più pressanti, tanto da provocare un vero crollo psicologico per le presunte vittime. Le denunce, oltre a dare avvio alle indagini, hanno portato a un primo importante sviluppo: con l’emissione di un decreto di perquisizione presso l’abitazione del 46enne. Gli inquirenti vogliono ricostruire con esattezza i rapporti finanziari intercorsi tra Persano e coloro che lo accusano. In particolare l’esatto tasso d’interesse applicato ai presunti prestiti Colonnello Mazzotta-5usurai e la corrispondenza di una ventina di effetti cambiari per oltre 50mila euro. Le ipotesi di reato a suo carico sono di usura ed estorsione.

Si tratta di un’indagine complessa, affidata a uno degli ufficiali più esperti tra quelli in servizio. Per molti anni ai vertici della Dia Leccese, il colonnello Francesco Mazzotta (nella foto) ha contribuito con le sue indagini al sequestro e alla confisca di beni per decine di milioni di euro. In particolare, al termine di lunghe e complesse indagini economico-patrimoniali, al patrimonio di Santo Paglialunga, accusato di usura aggravata. Sarebbero molti gli elementi già in possesso degli uomini della pg in questo nuovo presunto caso di usura. Al vaglio degli inquirenti il materiale sequestrato nell’abitazione di Persano, elemento con precedenti specifici per usura e nipote di un noto esponente della Sacra corona unita, legato al clan Gianfreda.

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