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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Nardò

In "visita" nell'ex convento a caccia di reperti: in tre nei guai

Antonio De Benedittis, Giuseppe Calabrese, e Salvatore Primativo, neretini, tutte vecchie conoscenze delle forze dell'ordine, sorpresi in flagranza mentre rubavano nella struttura accanto alla chiesa di Santa Maria Incoronata

 

NARDO’ – E’ proprio vero, non c’è più religione. Antonio De Benedittis, 41enne, Giuseppe Calabrese, 40enne e Salvatore Primativo, 60enne, neretini, tutte vecchie conoscenze delle forze dell’ordine, hanno pensato bene, nella serata, di fare una visita  nell’ex convento annesso alla chiesa Santa Maria Incoronata, al momento in ristrutturazione, ma non certo con intenzioni pie. Hanno fatto ingesso nel complesso risalente al XVI secolo, ma con scarso interesse per la storia in sé, quanto per alcuni reperti custoditi. La missione, però, non ha dato i suoi frutti, visto che di lì a poco sarebbero stati arrestati in flagranza di reato per furto aggravato in concorso. 

Tutto è nato quando, intorno alle 19, i militari di una pattuglia dei carabinieri, nel corso di un normale giro di ronda, hanno notato un furgoncino Renault Kangoo di colore bianco fermo nei pressi della chiesetta.

La cosa deve aver suscitato più di qualche dubbio e, per non lasciare nulla d’intentato, i carabinieri hanno deciso di svolgere un controllo approfondito del mezzo e della zona. Al volante del furgoncino, a quanto pare, c’era Primativo, che avrebbe tentato di allontanarsi. Innestata la marcia, è stato in grado di fare appena un centinaio di metri. Seguito, è stato subito bloccato. All’interno del mezzo, i carabinieri hanno trovato diversi vasi antichi.

Già noti alle forze dell'ordine, finiscono ai domiciliari

Giacché la situazione aveva iniziato ad assumere una piega più che sospetta, i militari hanno richiesto l’aiuto di una pattuglia di colleghi. A quel punto, è scattata l’ispezione, all’interno dell’ex convento, dove i carabinieri hanno scoperto, nascosti dietro ad un porticato, De Benedittis e Calabrese. Altri oggetti di provenienza furtiva erano accatastati nei pressi del portone d’accesso.

Ne corso del sopralluogo, i carabinieri hanno accertato che, sia l’ingresso principale, sia altre due porte che consentono l’accesso ad un vano adibito a deposito di materiali antichi e alla scala, erano stati palesemente forzati. Tra gli oggetti recuperati: vasi in pietra e in terracotta, applique e casseruole di ferro, sgabelli di legno per tessere, diversi portacandele di ferro e utensili vari da lavoro, per un valore di circa 2mila euro. L’autovettura è stata sottoposta a sequestro. I tre sono stati destinati ai domiciliari.

 

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