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Cronaca

Incarcerato ingiustamente negli Usa: risponde Frattini

Alla fidanzata di Carlo Parlanti, salentina, la rassicurazione della Commissione europea: si occuperà del caso. Ma l'uomo resta in galera per uno stupro che ha l'aria di una vendetta dell'ex

Caso Parlanti, la storia di un'ingiustizia, una donna salentina, la fidanzata, che tribola per una sentenza immeritata. A nome della Commissione europea questo pomeriggio Franco Frattini ha risposto sul caso dell'italiano che la contea californiana di Ventura ha giudicato colpevole di violenza domestica, stupro esequestro di persona.La fidanzata, originaria di Campi Salentina, Katia Anedda, ha lanciato una campagna di sostegno .I fatti risalgono al 18 luglio 2002, quando Carlo Parlanti fu denunciato alla polizia di Ventura dall'allora compagna. Forse una vendetta per la relazione con un'altra, poche le prove.

Una condanna senza equo processo secondo l'europarlamentare Luca Romagnoli, leader di Fiamma Tricolore. Il quale ha presentato una interrogazione scritta. Parlanti fu arrestato in Germania, a sua insaputa era oggetto di mandato di cattura internazionale e dopo una detenzione di undici mesi in quel Paese europeo fu estradato negli Stati Uniti e condannato "con atti ed esiti processuali contraddittori nel metodo- ha sostenuto Romagnoli - , dalla magistratura americana a nove anni di prigione per un reato di cui si è sempre dichiarato innocente e per il quale, con molta probabilità, non sembra essere colpevole". A febbraio è iniziato il processo di appello.

Il segretario nazionale della Fiamma ha chiesto alla Commissione se la stessa promuoverà a Parlanti di avere le garanzie di una difesa incondizionata in sede di appello.E ancora: "Quali azioni e pressioni diplomatiche nei confronti del governo statunitense reputa la Commissione opportune al fine di garantire assolutamente, con equità e giustizia, la libera difesa dell'imputato?". Frattini ha risposto: " Attualmente, l'estradizione tra gli Stati membri dell'Unione europea e i paesi terzi avviene sulla base di accordi o intese bilaterali o multilaterali. L'accordo sull'estradizione firmato dall'Unione europea e dagli Stati Uniti nel 2003 non è ancora entrato in vigore. L'applicazione dei trattati bilaterali in vigore relativi all'estradizione non rientra nelle competenze dell'Unione. Sebbene tutti gli Stati membri siano parti della Convenzione europea dei diritti dell'uomo e siano vincolati dalla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo, l'articolo 6 (diritto ad un processo equo) non si applica extraterritorialmente. Solo determinate limitazioni all'estradizione derivano dalla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo, in particolare dalle cause Soering e Einhorn: l'estradizione delle persone verso i Paesi in cui queste rischiano di essere torturate, o di ricevere punizioni o trattamenti inumani o degradanti, o nei quali rischiano un diniego di giustizia manifesto può rappresentare una violazione della Convenzione". Ancora da penare dunque per Katia Anedda, che è a Milano, lontana dall'amato e dalla giustizia. Le resta la rassicurazione di Frattini: "La Commissione continuerà a seguire da vicino il caso in collaborazione con le autorità italiane competenti".

L'appello di 17 europarlamentari

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