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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

incendi e black-out, il Salento piomba nel caos

Giornata campale, ieri, per focolai divampati ovunque e tilt delle centraline energetiche. In fiamme il campo base dell'esercito di Torre Veneri. Nella notte, decine di anziani trasportati in ospedale

La Puglia scossa dal fuoco omicida che ha tolto la vita a quattro persone sul Gargano, il giorno dopo guarda ai danni e cerca una soluzione. Nelle ore scorse un incontro in Regione fra Nichi Vendola ed il capo della protezione civile Guido Bertolaso. Ma il dramma nel dramma è quello che molti operatori di vigili del fuoco, del corpo forestale, della stessa protezione civile vanno ripetendo da tempo: la Puglia è sottovalutata, nel quadro delle emergenze: è un territorio che, morfologicamente, presenta rischi elevatissimi e tuttavia non sarebbe dotata di mezzi sufficienti ad affrontare le maxi-emegenze. Ma forse è il caso di dire che l'intera Italia soffre il problema della carenza strutturale. Ieri bruciava mezza penisola. I cugini francesi sono venuti in soccorso, prestando quattro canad-air. Inutile aggiungere altro.

Il Salento stesso ha vissuto una giornata campale. Tutti i numeri d'emergenza sono stati presi d'assalto fin dalle prime ore dell'alba per chiamate di soccorso di ogni tipo. Prima il caldo da record, con la colonnina che nel momento clou ha sfiorato i 49 gradi. Poi gli inevitabili incendi che sono divampati violenti dal Basso Salento fino al confine con il brindisino. Infine il black-out che ha oscurato nella notte intere città. Il caldo killer ha obbligato le centraline ad un sovraccarico di energia, dovuto principalmente all'uso elevatissimo di condizionatori. E quando in tilt sono andati alcuni quartieri di Lecce e molti paesi (Soleto, Galatina, Nardò, Tricase, Castro ed altri ancora) per forze dell'ordine, vigili del fuoco, mezzi del 118 è stato come affrontare una sorta di delirio collettivo nel vortice del buio più pesto.

Sul fronte degli incendi la giornata è stata decisamente molto impegnativa. Il più grosso si è registrato presso la scuola di Poligono dell'esercito di Torre Veneri, non lontano da San Cataldo. Sul posto squadre dei vigili del fuoco del comando di Lecce e mezzi della protezione civile, che sono stati fatti convergere da tutto il Salento da parte dei militari del Corpo forestale (in particolare, sono giunti volontari da Soleto e Carmiano). Gli operatori si sono trovati a fronteggiare un fronte del fuoco di circa 200 metri, in mezzo ad una situazione di difficile gestione. Le fiamme del sottobosco hanno colpito diversi ettari di macchia mediterranea, minacciando seriamente la base. E non essendovi alcuna via d'accesso per i mezzi ordinari, gli stessi militari dell'esercito hanno dovuto impiegare i loro carri armati per fare da battistrada. Creati i varchi, gli operatori sono riusciti quindi a spegnere le fiamme, ma solo dopo diverse ore. L'intervento infatti s'è protratto dal tardo pomeriggio fino alle 24,30 circa. Anche perché ad andare a fuoco sono stati diversi punti nei pressi di San Cataldo, zona Casesimini, Torre Chianca, con conseguente andirivieni di camionette ed autobotti.

Parte della stessa provinciale che conduce dal capoluogo a San Cataldo è stata chiusa al traffico per alcune ore. Le fiamme divampate nei campi nel primo pomeriggio si sono spinte fino alle porte della città. Il fumo ha invaso in particolare la corsia di andata verso la marina, ostacolando la visibilità alle auto. I diversi focolai, che hanno lambito anche alcuni casolari isolati e che hanno rischiato di raggiungere la zona 167, sono stati spenti da vigili del fuoco e volontari della protezione civile, mentre polizia municipale e stradale hanno chiuso i varchi d'accesso in prossimità della nuova rotatoria e del ponte posto nelle vicinanze dello stadio di Via del Mare.

Ed è stato nella notte che l'emergenza ha raggiunto il culmine. I black-out in buona parte del Salento hanno obbligato gli operatori ad interventi di ogni tipo. Centinaia le chiamate al 115, i vigili del fuoco hanno dovuto sbloccare innumerevoli ascensori. Ma il problema principale è stato per i degenti, soprattutto anziani, collegati nelle proprie abitazioni ad apparecchi respiratori ed elettromedicali in genere. In diversi casi sono stati forniti da vigili del fuoco e carabinieri dei gruppi elettrogeni di emergenza, in tantissimi altri gli operatori del 118, che hanno utilizzato tutti i mezzi a loro disposizione, hanno dovuto trasportare molti pazienti nei diversi ospedali della provincia.

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