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Cronaca

Inchiesta “Final Blow”, ecco il volto femminile del clan Pepe

Per il giudice, il ruolo delle donne non sarebbe stato marginale, ma concreto e operativo: non partecipavano ai summit, ma erano informate della vita del sodalizio, al quale avrebbero offerto un prezioso contributo

LECCE - Il libro nero scritto con l’inchiesta “Final Blow” si tinge di rosa con un capitolo dedicato al ruolo ricoperto dalle donne nel clan Pepe. Il loro contributo, stando ai riscontri investigativi riportati nella lunga ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Simona Panzera, non sarebbe stato affatto marginale, ma concreto e operativo.  Anna Lodeserto, di 57 anni, e Rita Greco, di 78, rispettivamente moglie e madre di Totti Pepe, e la moglie di Gino Buscicchio, Maria Lodeserto, di 58 anni, con le figlie Debora, di 29, e Manola, di 31, non solo erano al corrente delle attività illecite dell’organizzazione, ma avrebbero fornito consigli ai sodali, si sarebbero adoperate per il sostentamento ai detenuti, avrebbero fatto da “ponte” con chi era agli arresti, passando o ricevendo informazioni anche a mezzo di “pizzini”. E ancora, avrebbero nascosto la droga e gestito il denaro guadagno delle attività illecite, raccontano le indagini.

A dirla lunga sono soprattutto i colloqui intercettati, alcuni dei quali indicano per esempio il pieno coinvolgimento di Anna Lodeserto riguardo l’attività legata al traffico di stupefacenti. Di lei, inoltre, il giudice evidenzia “l’atteggiamento spavaldo” con il quale si distingueva negli ambienti criminali, in seguito alla detenzione del marito, nell’estorcere denaro alle vittime, consapevole che nessuna di queste si sarebbe opposta nel timore di subire ritorsioni.

Rita Greco, invece, avrebbe svolto il ruolo di cassiera, ricevendo i guadagni delle attività illecite, una parte dei quali venivano destinati al mantenimento dei familiari liberi e dei detenuti e in parte al figlio Totti per nuovi “investimenti”, come i 10mila euro ritirati il 18 luglio 2018 da quest’ultimo con Stefano Monaco, rispetto ai quali la donna avrebbe suggerito, nel caso di un controllo da parte delle forze dell’ordine, di giustificare come somma per retribuire l’avvocato dell’altro figlio, Cristian.

Quanto al ruolo di Maria Lodeserto e le figlie Debora e Manola non partecipavano ai summit nella loro abitazione, luogo ritenuto dagli inquirenti come base operativa del clan anche per la preparazione, il confezionamento, lo smistamento e l’occultamento di ingenti quantità di droga. Ma degli incontri che Totti Pepe e Stefano Monaco avrebbero tenuto con gli affiliati, venivano poi puntualmente aggiornate e si sarebbero adoperate nel dare consigli sulle strategie operative, nell’evitare danni e nel passare informazioni. Debora Buscicchio, in particolare, avrebbe fatto da intermediaria, andando a trovare spesso il cugino Marco Pepe in carcere. Quest’ultima, inoltre, la mattina del 10 luglio 2018, durante una perquisizione in casa da parte della polizia, avrebbe dato il suo supporto, con Anna e Maria Lodeserto a far sparire un’ingente somma di denaro (almeno 8mila euro) e circa 300 grammi di cocaina.

Da ieri, la 29enne è in carcere, mentre la madre e la sorella sono indagate a piede libero, e le altre due donne sono ai domiciliari.

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