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Giovedì, 25 Aprile 2024
Incidenti stradali

Nuova notte di incidenti e feriti. E fra malori e ubriachi ogni turno del 118 riceve 90 chiamate

Sulla statale 16, all'altezza di Maglie, intorno alle 21 un centauro ha perso il controllo, rischiando grosso. Alle 23, dentro Veglie, scontro fra due auto, una ribaltata, e quattro feriti. E intanto i centralini vengono presi d'assedio, con picchi di notte per casi di intossicazione etilica

LECCE – Ore 21 circa, lungo la strada statale 16, all’altezza circa di Maglie, in direzione di Lecce, un centauro di Castro di 28 anni si ritrova improvvisamente lungo e disteso sull’asfalto. Un pericoloso volo con la sua moto Aprilia 650, e per fortuna non passano in quel momento autovetture a travolgerlo, o la situazione sarebbe disastrosa, drammatica. A volte è solo un istante a segnare irrimediabilmente il destino di una vittima della strada.

Qualcuno rallenta, partono le chiamate al 118 e al 112. Schizzano le sirene e arrivano in pochi minuti un’ambulanza e pattuglie dei carabinieri della compagnia magliese. Bisogna rallentare il traffico, procedere ai rilievi.

Il motociclista ha il casco che lo salva da conseguenze peggiori, qualche lesione sul corpo da verificare meglio in ospedale, a Lecce, ma è cosciente. Ha perso il controllo per le classiche “cause in fase d’accertamento”. Il codice è giallo, quello intermedio. Significa che il caso manifesta una certa urgenza di visita medica, perché magari il dolore è forte, ma la vita non è comunque appesa a un filo. Si scoprirà dopo, oltre alle escoriazioni, anche una frattura a un piede.

Ore 23 circa, incrocio nel pieno centro di Veglie, all'altezza delle vie Chiesa, Quasimodo e Petrarca. Anche in questo caso per “cause in fase d’accertamento”, nella ragnatela d’incroci pericolosi tipici del tessuto urbano di molti comuni salentini, una Fiat Punto entra in collisione con una Mercedes. L’auto di fabbricazione tedesca è vecchia e fuori produzione, ma comunque mantiene quella sua solida e teutonica carrozzeria che le permette di assorbire meglio il contraccolpo. Morale, la Punto va al tappeto come un pugile suonato. Si ribalta e il carburante inizia a formare una macchia sull’asfalto.

Ancora sirene, ancora ambulanze, questa volta dalla Croce rossa di Leverano e dalla stessa Veglie, e poi carabinieri da Campi Salentina. Nell’utilitaria ci sono un giovane sulla trentina e la sua amica, coetanea. Tutti e due vegliesi. Nella Mercedes due senegalesi, anche loro domiciliati a Veglie. Arrivano anche i vigili del fuoco, in questo caso, perché c’è il rischio di un incendio e bisogna smontare la batteria, evitare che la benzina riversata per terra alimenti qualche fiamma libera.  

I quattro vengono issati a bordo di varie ambulanze, che ripartono ancora una volta in codice giallo. I salentini finiranno nel “San Giuseppe” di Copertino, gli extracomunitari nel “Sacro Cuore” di Gallipoli. Perché, fra un’emergenza e l’altra, fra una telefonata e l’altra, con i centralini presi d’assedio e casi cui spesso seguono ricoveri, bisogna anche trovare l’ospedale in grado di ospitare qualcuno in un preciso momento, dovendo nel contempo ogni pronto soccorso gestire innumerevoli casi. 

I due episodi citati, avvenuti nella tarda serata di ieri, sono soltanto gocce nello sterminato mare di interventi che si susseguono a ruota libera e con un picco – quasi una crescita esponenziale – nella parte centrale di agosto. Per le forze in campo, un massacrante tour de force, a volte una sfida contro il tempo per salvare una vita, ma sempre più spesso anche un servizio di cui si fa largo abuso.

IMG_7634-4Nella sola notte di San Lorenzo, fra una stella cadente e l’alta, sono stati centinaia coloro ai quali la testa ha iniziato a girare per aver alzato il gomito, insieme agli occhi al cielo.

Non tutti i casi, però, rasentano il coma etilico, la maggioranza sono malori facilmente gestibili se non si entrasse nel panico. Centoventi telefonate soltanto per stati alterati sono un eccesso che si sovrappone alla reale emergenza, magari l’anziano solo, colto da emorragia e per cui il codice è rosso, ma rosso vero.

La distribuzione segue molto i flussi turistici, per cui capita che a Lecce e dintorni vi siano nottate molto tranquille, mentre negli stessi momenti, solo dieci o venti chilometri più in là, il delirio. Raccontano alcuni operatori stanziati nelle zone di mare che ci son giorni in cui non fanno a tempo a rientrare alla base in ambulanza, che già devono ripartire verso qualche altra meta, convivendo con il frastuono continuo delle sirene che batte sui timpani.

E che la meta sia Sant’Isidoro, Porto Cesareo, persino l’Isola dei Conigli (ieri i sanitari sono arrivati anche lì, per un soccorso), poco importa. Ogni viaggio cela incognite, perché non si sa mai di fronte a cosa ci si ritroverà. Spesso le chiamate sono trafelate, i sintomi descritti male, a volte esagerati, in altri sottovalutati.

E poi c’è di mezzo il caso, che sfasa anche le statistiche. Fra la notte del 12 e l’intera giornata del 13, ad esempio, quattro decessi del tutto particolari, fra un incidente mortale, un annegamento e due giovani colti da malori letali, più tutte le vicende ordinarie.

Mediamente, in questi giorni, ogni turno della centrale operativa del 118, composto di sei ore, riceve fra le 80 e le 90 chiamate circa. Malori e incidenti (i più da codice verde) dominano, salvo arrivare alle ore notturne, quando il quadro cambia e prendono il sopravvento i casi d’intossicazione etilica, con tanto di spostamento della geografia degli interventi verso il gallipolino.

In tutto ciò, la recente (in realtà antica e rinverdita ogni anno) polemica sulla carenza di medici. Oggi, classico prefestivo, si presenta già una di quelle situazioni da tenere sott'occhio con molta attenzione: si teme la replica di San Lorenzo. E allora, benvenuti in un’altra estate rovente nel Salento. 

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