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Incidenti stradali Rudiae / Via Luigi Carluccio

Travolge ragazza: giovane incinta positiva alla cannabis

Una 19enne ricoverata. E una 23enne conducente di un'Opel denunciata. Non risponde però di omissione di soccorso: è andata in ospedale temendo per il feto e mandato un parente sul posto

LECCE – Erano in tre. Ore 22,30 circa di ieri. Stavano rientrando verso casa, in zona Santa Rosa. E stavano percorrendo via Carluccio, una buia strada che da un lato rasenta il muro di cinta del cimitero e che conduce verso la rotatoria all’ingresso di Lecce per chi proviene da Brindisi.

All’improvviso, l’impatto. Elisea Denise Buffelli, 19enne, leccese, è caduta malamente a terra, battendo la testa e perdendo sangue. Di lì a poco, sarebbe stata trasportata in ospedale con codice giallo per un trauma cranico maggiore. Al momento si trova ricoverata nel reparto di Neurochirurgia. La prognosi è di ventuno giorni.

Uno degli amici della ferita ha raccontato alla polizia locale del comando di viale Rossini (che ha dovuto svolgere un lavoro di ricostruzione piuttosto complesso) che lui e un altro ragazzo si trovavano sul marciapiede, mentre la 19enne camminava accanto a loro sul ciglio della strada. Il giovane ha aggiunto che, all’improvviso, è sopraggiunta un’auto, a suo dire a velocità sostenuta, colpendo l’amica.

“Fermati, fermati”, avrebbero urlato i due ragazzi. Ma, nulla. Nel giro di pochi istanti quell’auto si sarebbe dileguata. Nel frattempo, si sono fermati altre due persone a prestare soccorso e sono stati chiamati i sanitari del 118.

Nell’auto, un’Opel Corsa, c’era una ragazza di 23 anni della provincia. In stato interessante al quinto mese. E che non è stata denunciata per omissione di soccorso, perché si è recata subito in ospedale, inviando sul posto, per capire cosa fosse accaduto, una persona di famiglia. La cui presenza è stata effettivamente attestata anche dai testimoni, che l’hanno visto arrivare poco dopo sul posto.

La 23enne ha spiegato agli agenti di polizia locale di essersi recata nel nosocomio perché, dopo l’impatto con qualcosa (sostiene di non aver capito subito cosa), avendo avvertito alcune contrazioni, ha nutrito forti timori per il figlio in grembo. E solo in seguito, proprio dopo aver mandato una persona di famiglia, avrebbe appreso di essere stata artefice di un vero e proprio investimento.

Che si sia recata in ospedale, al “Fazzi”, è attestato in modo inconfutabile da un referto. Ma la polizia locale ha richiesto anche accertamenti più approfonditi sulla ragazza incinta. E’ così emersa la negatività all’alcool, ma, di certo inattesa a tutti, la positività alla cannabis. E, alla fine, una denuncia penale è scattata comunque, per guida in stato di alterazione psichica.

Serve però qualche delucidazione in merito. Con l’entrata in vigore delle nuove normative, in caso di omicidio stradale o lesioni gravissime (superiori ai quaranta giorni), i test sono più accurati rispetto a quelli svolti di norma nei comuni incidenti.

Ovvero, gli accertamenti tossicologici non si basano più su campioni di sangue e urine, ma sulla saliva. E va aggiunto che si effettuano sei prelievi con l’assistenza della polizia giudiziaria. In questo modo, è più facile accertare se qualche sostanza sia stata assunta da poco.

Viceversa, i normali prelievi, meno accurati, pur attestando il fatto che sia stato fatto uso di uno stupefacente, non sembrerebbero dimostrare con chiarezza anche quando sia avvenuta l’assunzione. E vari studi dimostrano come tracce nell’organismo di alcune sostanze (la cannabis è fra queste) possano rimanere anche a distanza di molti giorni. Nondimeno, la denuncia per la ragazza incinta è scattata comunque.  

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