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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Di Matteo accolto da eroe: acclamazione per il magistrato nel mirino di Cosa Nostra

Il titolare di tante inchieste contro i clan siciliani, al centro anche di polemiche per la presunta trattativa Stato-mafia, ha incontrato studenti e cittadini

LECCE – Un entusiasmo incontenibile ha accolto il sostituto procuratore della Repubblica, Nino Di Matteo, al suo ingresso nell’aula magna del “Codacci-Pisanelli” dell’Università del Salento.

Il pubblico ministero, palermitano di 55 anni, è tra i principali protagonisti sul fronte antimafia e dal 1995 e perennemente sotto scorta. Il livello di protezione nei suoi confronti è stato elevato al massimo livello dopo che, nel carcere di Opera, è stato intercetta una conversazione nella quale il boss Totà Riina – che Di Matteo è riuscito a far condannare alla pena dell’ergastolo per l’omicidio del giudice Antonino Saetta e del figlio Stefano, avvenuto nel 1988 – parlava a un altro detenuto in termini perentori della volontà di eliminare il magistrato.

Il sostituto procuratore è venuto a Lecce per inaugurare il ciclo “Educare alla legalità”, organizzato dal Centro servizi Interuniversitario per l’Innovazione Didattica, dal Dipartimento di Storia Società e Studi sull’Uomo e dalla Facoltà di Scienze della Formazione Scienze politiche e sociali dell’Università del Salento in collaborazione con l’Associazione Spazi Popolari.

Al centro del suo intervento la relazione intitolata “La mafia dal colletto bianco” con il quale ha insistito molto  sul rapporto tra mafia e pezzi della politica e delle istituzioni: “I mafiosi hanno piena consapevolezza di quanto siano importanti i rapporti con la politica e le istituzioni - ha spiegato -, mentre noi, Stato, non abbiamo ancora capito che per vincere definitivamente questa battaglia dobbiamo recidere quei rapporti”.

Di Matteo si è detto molto preoccupato di un fenomeno che non ha a che fare con l’aspetto militare della criminalità organizzata, ma che riguarda “l’adozione del metodo mafioso nell’esercizio del potere”. Sul punto, poco dopo, è stata sollecitata la presidente della commissione parlamentare antimafia, in visita nel Salento con una delegazione per incontrare i prefetti di Lecce, Brindisi e Taranto e i procuratori della Repubblica.

Il magistrato palermitano ha ricordato come l’infiltrazione nei gangli delle istituzioni sia sempre stata un’azione fondamentale e che la finalità ultima delle organizzazioni criminali non è la distruzione dello Stato ma una pacifica convivenza. Non a caso, ha ricordato, dopo lo sbarco degli Alleati in Sicilia furono designati dal comando militare come sindaci delle città liberate i capimafia della zona.

Aula magna gremita - Luca Capoccia photo

Di Matteo è stato anche al centro di un delicato scontro tra il potere giudiziario e quello politico per quanto riguarda le indagini sulla trattativa Stato-mafia che avrebbe portato al negoziato tra apparati istituzionali ed esponenti di Cosa Nostra dopo la stagione degli attentati del 1992 e 1993: fu lui a parlare di intercettazioni delle conversazioni tra uno degli indagati, l’ex senatore e ministro dell’Interno, Nicola Mancino, e l’allora presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Più di qualcuno ritiene che quella vicenda abbia impedito a Di Matteo di avere via libera dal Consiglio superiore della magistratura per il passaggio alla procura nazionale antimafia.  

Hanno partecipato anche il professor Nicola Grasso, docente di Diritto Costituzionale, il professor Salvatore Colazzo, preside della Facoltà di Scienze della Formazione Scienze politiche e sociali.  L’incontro è stato moderato dalla giornalista e scrittrice Petra  Reski, autrice di  Santa mafia. Da Palermo a Duisburg: sangue, affari, politica e devozione  (Nuovi Mondi). Tra il pubblico il consigliere regionale del Pd, Sergio Blasi e l'assessore all'Innovazione tecnologica del Comune di Lecce, Alessandro Delli Noci.

Nino Di Matteo, insieme al giornalista Salvo Palazzolo, è l’autore di Collusi. Perché uomini delle istituzioni e manager continuano a trattare con la mafia (ed. BUR).

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