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Cronaca Ugento

Finti disoccupati: donne ”assunte” nell’autolavaggio e laureati in nero, 71 indagati

Un commercialista di Ugento dietro alla regia di una maxi truffa allo Stato da mezzo milione di euro. Sette ditte ignare delle sue manovre

UGENTO – Un’ondata di denunce nello sterminato mare dei finti disoccupati. Sono 71 gli indagati nell’ambito dell’operazione scattata ad Ugento, da parte dei finanzieri di Casarano, diretti dal tenente Luigi De Santis.

Tutti assunti da aziende completamente all’oscuro del maxi raggiro. Si parla di diverse donne “assunte” in modo fittizio presso autolavaggi, ditte edili, in panifici con più punti di vendita e ancora lavanderie che operano nel settore turistico. Alcuni dei lavoratori denunciati erano gli stessi dipendenti dello studio del commercialista che ha funzionato come cabina di regia alla grande truffa. I collaboratori del professionista, alcuni laureati in Economia e commercio, non solo sarebbero stati trovati tutti “in nero”, ma sarebbero stati costretti ad accettare il pagamento con l’escamotage della finta disoccupazione. Tutti percepivano dai 550 fino agli 800 euro mensili, dividendo gli introiti col professionista, il quale curava anche la contabilità delle stesse sette aziende che ora sono parte lesa. I controlli sono scattatati all’interno degli uffici delle stesse, che si trovano sul territorio del comune messapico e delle sue marine, dopo una indagine avvenuta attraverso l’incrocio delle cifre  nelle banche dati.

Da una preliminare analisi, è emerso come le aziende in questione avrebbero presentato, dal 2010, un numero di lavoratori assunti troppo elevato rispetto al volume di affari dichiarato e alla tipologia di attività esercitata. Lo sviluppo delle indagini ha fatto emergere, in particolare, che sette società, nell’arco temporale “studiato” dalla guardia di finanza, non avevano svolto alcuna attività lavorativa. La Procura della Repubblica di Lecce ha voluto vederci chiaro, delegando specifiche attività di approfondimento per delineare la reale portata degli elementi investigativi emersi. Le verifiche hanno puntato i riflettori  sulla figura di un commercialista di Ugento, presunto autore della truffa finalizzata all’ottenimento di indebite indennità di disoccupazione. Il professionista, indicato dunque come ideatore del sistema fraudolento, corrispondeva i compensi ai propri dipendenti attraverso indennità di sostegno provenienti da fittizie assunzioni presso ignare aziende di cui ne deteneva la contabilità.  E’ stato riscontrato che il commercialista, con la complicità dei lavoratori, procedeva autonomamente a formalizzare le false assunzioni, mediante comunicazioni postume inviate all’Inps, per di consentire a questi ultimi l'indebita percezione delle indennità di disoccupazione erogate dall’ente previdenziale. Tali indennità venivano, poi, suddivise tra i lavoratori ed il professionista.

A nulla sono valsi i tentativi di quest’ultimo finalizzati all’inquinamento delle prove già in possesso degli investigatori della guardia di finanza, tra i quali i  suggerimenti che il commercialista avrebbe dispensato ai lavoratori in occasione dell’acquisizione degli atti. Le false informazioni si sono sgonfiate nel momento in cui i finti lavoratori coinvolti, una volta compresa la gravità della situazione nella sua interezza, hanno dichiarato agli inquirenti la sequenza dei fatti, indicando nella figura del professionista l’unico e solo ideatore della truffa. L’operazione, nella sua completezza, ha consentito di accertare 70 fittizie assunzioni che hanno consentito ai finti assunti l’indebita percezione di indennità di disoccupazione per oltre mezzo milione di euro. Il commercialista, assieme ai 70 lavoratori che hanno concorso nella configurazione del reato, sono stati segnalati all’autorità giudiziaria per il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato e all’Inps. Inoltre, la posizione dei 71 indagati è stata segnalata alla Procura regionale della Corte dei conti per l'accertamento delle relative responsabilità amministrative ed il ripianamento del danno prodotto alle casse dello Stato.

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