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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Abusi a Porto Miggiano, in Procura sfilano sei funzionari pubblici

In sei sono ascoltati presso la Procura della Repubblica di Lecce, in quanto persone informate sui fatti, nell'ambito delle indagini sulle irregolarità edilizie della località adriatica. Le indagini per abusivismo in zona sottoposta a vincolo e distruzione e deturpamento di bellezze naturali

LECCE – Sono state ascoltate fino al pomeriggio, in quanto persone informate sui fatti. Davanti ai pubblici ministeri Elsa Valeria Mignone e Antonio Negro, e agli agenti di polizia giudiziaria del corpo forestale dello Stato, si sono presentati in sei, questa mattina, nell’ambito dell’inchiesta sui presunti abusi edilizi nella baia di Porto Miggiano.

Le sei persone, ascoltate presso gli uffici della Procura della Repubblica di Lecce, hanno fornito il proprio parere circa gli interventi oggetto della vicenda, lungo il litorale. Non è trapelato nulla sulle loro dichiarazioni, ma dal loro ascolto potrebbero emerge novità a breve sull'inchiesta.

Si tratta di funzionari della Soprintendenza per i beni culturali, del settore forestale della  Regione Puglia, del servizio ambiente della Provincia, del Genio civile, del responsabile dell’Autorità di bacino e di un dirigente dell’Ufficio tecnico del Comune di Santa Cesarea Terme.

Nel registro degli indagati, con le accuse di abusivismo edilizio in zona sottoposta a vincolo e  distruzione e deturpamento di bellezze naturali, compaiono per ora tre nomi: quello del geometra Salvatore Bleve, in qualità di dirigente dei Lavori pubblici del Comune di Santa Cesarea Terme e di Responsabile unico del procedimento, Daniele Serio, di Surbo, responsabile dei lavori,  incaricato dalla ditta "Politecnica Scarl". ideatore del progetto, e Maria Grazia Doriana, amministratore unico della "Cem" di Napoli, società che ha effettuato i lavori.

La baia fu sequestrata nel mese di marzo del 2013. L’attività investigativa è tesa ora ad accertare se il danneggiamento della scogliera, imputabile all’erosione provocata dalle onde  e dalle infiltrazioni umide in una roccia già delicata, sia stato provocato dagli interventi di cementificazione dell’area e se quei lavori sul costone possano essere considerati in regola con la normativa vigente.

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