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Cronaca Via Agrigento

Nuovo ingorgo a causa del filobus: ma, questa volta, "l’uomo ragno" non c’entra

Un'auto strategicamente parcheggiata sulla rotatoria nei pressi della questura di Lecce, blocca il transito del mezzo. Storie di ordinaria maleducazione su strada, che danno "filo da torcere" all'esistenza del filobus

LECCE - Malgrado i 1707 giorni di ritardo, il filobus di Lecce è partito: 252 giorni in cui il mezzo che ha diviso l’opinione pubblica in merito alla sua utilità, ne ha viste di ogni lungo le strade del centro cittadino. Prima erano gli imprevisti, poi gli aggrovigliamenti della ragnatela che disegna il firmamento leccese, poco al di sopra del nostro naso, poi le corse gratuite per promuovere il viaggio in bus, scoraggiando gli irriducibili cittadini dall’ingolfare il traffico con la propria autovettura. Ad un certo punto, il filobus è diventato persino la location scelta per una sfilata di moda: non al fine di dimostrare la versatilità del mezzo, ovvio, ma di nuovo a scopo pubblicitario.

Qualunque sia stato il risultato, che sia pieno di passeggeri o meno, indispensabile al trasporto pubblico urbano o mezzo gommato obsoleto ed ingombrante, il filobus non ha vita facile a Lecce. Il suo andamento da “elefante in una cristalleria”, dall’agilità spesso ridotta per l’ampiezza delle strade e per via di quel groviglio di cavi da cui si lascia trasportare, incrocia troppo spesso la maleducazione locale.

Oggi, incolpevole protagonista di un nuovo ingorgo (durato poco) sulla rotatoria di fronte alla questura, il filobus ha dovuto arrendersi allo stop imposto da una vettura strategicamente parcheggiata sulla curva di piazzale Argento. Il conducente dell’auto, evidentemente in preda ad una fretta esagerata, ha ben pensato di aggirare l’annoso problema del parcheggio, fermando l’auto ai bordi della rotatoria: quel tanto che bastava a far transitare un’altra autovettura, senza dare nell’occhio, ma a bloccare un bus incanalato in un’unica direzione. Il coro di clacson impazziti degli increduli automobilisti, che ha accompagnato l’assolo del conducente del filobus, ha fatto riemergere il proprietario da chissà dove. In fretta e furia l’ostacolo è stato rimosso, con tanto di scuse.

Giorni di ordinaria follia in città con uno spettacolo che, c’è da crederci, è destinato a ripetersi. Se sfilate e biglietti gratuiti, brindisi e conferenze stampa non sono bastati a persuadere i leccesi a convertirsi al culto della mobilità sostenibile, c’è poco da fare. Ed il momento in cui il bon ton automobilistico farà il salto di qualità, ed i conducenti decideranno finalmente di posteggiare il mezzo esattamente dove capita, senza disturbarsi ad accendere neppure le quattro frecce, sembra molto vicino. Speriamo che almeno, per quella data, il filobus sia stato rimosso.

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