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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Internalizzazioni, il personale del 118 è pronto alla mobilitazione

L'Asl di Lecce vuole affidare la gestione di dodici postazioni del sistema emergenza-urgenza ad associazioni di volontariato: l'Usb chiede il ritiro del bando che pone in essere il rischio di "discriminazioni" tra i lavoratori

LECCE – “Siamo pronti a far sentire le nostre ragioni”. La Federazione provinciale di Lecce dell’Unione sindacale di base (Usb) si appresta a dichiarare lo stato di agitazione del personale del 118, attualmente utilizzato nelle cinque postazioni affidate alle società Ikebana Srl e Meleleo Servizi, qualora il bando di gara predisposto dalla Asl di Lecce non venga ritirato.

La proposta dell’azienda sanitaria leccese, infatti, è quella di affidare la gestione delle dodici postazioni del sistema di emergenza-urgenza alle associazioni di volontariato. Come chiarisce Salvatore Caricato, responsabile dell’Usb, la normativa regionale di istituzione del sistema di emergenza dispone che le associazioni di volontariato effettuino i servizi del 118 “a sostegno del sistema pubblico” e “non in via esclusiva”.

Nella riunione che si è svolta nella mattinata di ieri, con il Direttore della Asl di Lecce, i rappresentanti sindacali hanno chiesto l’avvio del processo di internalizzazione del servizio di emergenza – urgenza 118 per le postazioni di Casarano, Otranto, Gallipoli, Scorrano ed Ugento, che attualmente sono gestite dalle due società private, già citate. In queste realtà, sono utilizzati 45 lavoratori con contratto di lavoro a tempo indeterminato che, con il nuovo appalto, dovrebbero essere assunti dalle Società di volontariato.

Caricato chiede di conoscere le motivazioni per cui la Sanità Service, società in house dell’Asl, nata per assorbire i servizi sanitari esterni, non stia procedendo ad internalizzare il sistema di emergenza – urgenza 118 come fatto con altre categorie. L’Unione sindacale di base domanda un incontro urgente al neo assessore alle politiche della salute, Ettore Attolini, per sottoporgli tutte le perplessità rispetto ad una situazione che tiene da tempo appesi i lavoratori.

Ma al direttore dell’Asl di Lecce la richiesta è ancora più decisa e, cioè, sospendere le procedure del bando "incriminato", in quanto ritenuto dannoso per la qualità del sistema sanitario stesso e per il bene del servizio e dei lavoratori, a causa di forti criticità così riassumibili: il concreto rischio è che se si dovesse portare avanti il bando di gara esisterebbero alcuni lavoratori “contrattualizzati” ed altri “volontari” che, pur svolgendo le stesse mansioni ed il medesimo compito, riceverebbero trattamento economico e tutele diverse.

Sarebbe in atto, in tal modo, una situazione di disuguaglianza tra lavoratori con forte discriminazione tra gli stessi. Inoltre, resterebbe tutto da definire il problema delle turnazioni, con l’eccesso (non teorico, ma dimostrato anche dalle cronache recenti) di lavoratori “volontari” senza una precisa gestione dei turni. Tutto questo, lo si precisa ulteriormente, a discapito della qualità del servizio stesso.

Nella sostanza, il sindacato condivide quanto emerso nella Commissione sanità della Regione Puglia, che, cioè, l’esternalizzazione del servizio di assistenza alle associazioni di volontariato rappresenti una soluzione “vantaggiosa in termini economici per le Asl”, ma “non certamente quella più affidabile da un punto di vista strettamente sanitario”. In virtù di queste ragioni, dall’Usb provinciale si chiarisce la volontà di organizzare un sit-in di protesta entro la settimana prossima, qualora l’Asl di Lecce non intenda accogliere la richiesta di revoca del bando.

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