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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Lizzanello

Tentata estorsione per la palestra, i tre indagati respingono le accuse

Hanno respinto ogni accusa, dinanzi al gip Antonia Martalò, Roberto De Matteis, e i fratelli Andrea e Rossano Marchello, arrestati il 29 dicembre con l'accusa di tentata estorsione in concorso aggravata dalle modalità mafiose

LECCE - Hanno respinto ogni accusa, nel corso dell'interrogatorio di garanzia dinanzi al gip Antonia Martalò, Roberto Mirko De Matteis, 35 anni, e i fratelli Andrea (31anni) e Rossano Marchello (41), arrestati il 29 dicembre con l'accusa di tentata estorsione in concorso aggravata dalle modalità mafiose. Al centro dell'inchiesta giudiziaria il tentativo dei tre di subentrare a ogni costo nella gestione di un importante centro sportivo all'interno del noto complesso residenziale "I giardini di Athena". Un centro per cui un altro imprenditore locale, Alfredo Corrado, aveva già raggiunto un accordo di massima con l'amministratore della società proprietaria della struttura ricettiva, versando la relativa caparra. Secondo quanto denunciato dall'imprenditore ai carabinieri del nucleo investigativo di Lecce, De Matteis lo avrebbe più volte minacciato e intimidito al fine di costringerlo a recedere dai suoi propositi commerciali. Diversa la tesi degli arrestati, che hanno ammesso dinanzi al gip il loro interesse per il centro sportivo, ma hanno negato di aver mai minacciato, intimidito o fatto pressioni di alcun genere nei confronti della presunta vittima.

Un interesse lecito dunque, gestito secondo le regole delle leggi di mercato. Andrea e Rossano Marchello, infatti, sono entrambi imprenditori (il primo amministratore della Global service Marchello con interessi nell'ambito della gestione di impianti sportivi e il secondo amministratore della sport Security, società di gestione dei servizi alle società sportive, in particolare per la U.S. Lecce), puntavano alla futura gestione della palestra per espandere i loro interessi commerciali.
Diversa la versione di Corrado , che ai militari dell'Arma ha raccontato di come De Matteis, con atteggiamento "sprezzante ed intimidatorio", forte dei suoi legami parentali con noti esponenti della criminalità organizzata locale (si tratta del padre e dello zio, Bruno e Reno De Matteis, nomi storici della frangia leccese della Sacra corona unita e già condannati all'ergastolo per omicidio) lo avesse più volte minacciato di morte. In un'occasione avrebbe detto, in dialetto, la seguente frase: "Se te pigghi sta palestra nu te fazzu fatiare nè quai nè ddhrai", riferendosi con tale affermazione al fatto che, se avesse perseverato nella sua intenzione di assumere la gestione della suddetta attività, non avrebbe più lavorato né a Lecce né a Merine.
Nei prossimi giorni la difesa dei tre arrestati potrebbe depositare istanza di scarcerazione al gip o al Tribunale del riesame.

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