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Cronaca

Docente in pensione davanti al gip: respinta accusa di violenza sessuale

Verso alcune studentesse a cui dava ripetizioni, l'ex professore di un istituto superiore del capoluogo avrebbe avuto solo un atteggiamento affettuoso e collaborativo. Così si è difeso il 67enne, arrestato nei giorni scorsi

LECCE – Ha respinto ogni accusa, M. S.  (il nome non è pubblicato per esteso per tutelare le ragazze, ancora minorenni, ndr) professore in pensione di 67 anni, arrestato nei giorni scorsi con l’accusa di violenza sessuale nei confronti di almeno tre studentesse di circa 16 anni. L’ex docente è comparso oggi dinanzi al gip Giovanni Gallo, che ha emesso la misura nei suoi confronti, per l’interrogatorio di garanzia. Il 67enne, assistito dall’avvocato Luigi Rella, ha spiegato di aver avuto solo un atteggiamento affettuoso e collaborativo con le giovani alunne che frequentavano la sua abitazione per le lezioni. L’uomo, che per quasi quarant’anni ha insegnato, ha negato di aver mai palpeggiato o molestato le presunte vittime.

L’indagato è finito agli arresti domiciliari, con l’accusa di violenza sessuale continuata e aggravata, e ritenuto responsabile di aver esercitato un abuso di autorità. L’ordinanza di custodia cautelare è stata disposta dal gip del Tribunale di Lecce, Giovanni Gallo, su richiesta del pubblico ministero, Stefania Mininni. La misura è stata eseguita nel corso della mattinata dagli agenti della terza sezione  della squadra mobile, coordinati dalla dirigente Sabrina Manzone, esperti in reati in materia sessuale. Il pensionato, ex docente di matematica presso un istituto superiore del capoluogo salentino, avrebbe tradito un legame affettivo consolidato nel tempo, abusando di alcune sue studentesse che, ormai da anni, prendevano ripetizioni da lui, assieme ad altri adolescenti.

L’attività investigativa è partita da due querele sporte tra la fine di ottobre e i primi giorni di novembre del 2013, da due ragazze che hanno raccontato di aver subito molestie sessuali da parte del 67enne due anni addietro. Quest’ultimo, stando alle dichiarazioni delle presunte vittime, avrebbe costruito un rapporto di fiducia nel tempo, basato su consigli da sorta di “fratello maggiore”. Il pensionato avrebbe chiesto loro particolari sui rispettivi fidanzatini, sulle abitudini delle comitive di amici, scendendo su particolari intimi che sono poi sfociati in palpeggiamenti al seno e nelle parti intime, effusioni, baci sul collo e altri tipi di contatto che hanno disorientato le due vittime.

Mentre per una di esse le violenze sessuali subite ad opera del professore avrebbero avuto una durata limitata nel tempo, e cioè circa un mese, l’altra minorenne ha dovuto subire le sue condotte per circa un anno. La difficoltà, almeno per quest’ultima, è stata dover comunicare ai propri genitori l’intenzione di non voler più prendere lezioni da quel docente, senza poter al contempo spiegarne le reali motivazioni.

Grazie al supporto di una psicologa, le malcapitate hanno acquisito coraggio, e raccontato gli episodi dapprima ai propri genitori, poi agli inquirenti, dando il via a un procedimento penale. Durante lo svolgimento delle indagini preliminari, peraltro, è emerso che anche altre minori avrebbero ricevuto lo stesso trattamento durante lo svolgimento dei compiti di matematica. Una di queste ragazze, identificata dalla polizia giudiziaria, ha confermato l’ipotesi investigativa ma non ha inteso sporgere querela. Oggi la giovane ha 16 anni ma nei suoi confronti le attenzioni morbose del Professore si sarebbero manifestate quando ne aveva appena 13.

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