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Cronaca Maglie

Invalida per percosse del marito, le tolgono il figlio. Caso in Commissione femminicidio

La deputata salentina Veronica Giannone ha presentato interrogazione al ministro della Giustizia per chiedere intervento urgente. Il caso di una donna di Maglie e di suoi figlio di 7 anni approda intanto in commissione d’inchiesta parlamentare

MAGLIE – Una madre resa invalida dall’ex compagno e poi allontanata dal proprio figlio: la vicenda giudiziaria finisce al vaglio della Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio. Una deputata salentina presenta interrogazione al ministro sulla vicenda di una mamma separata dal Tribunale di Lecce dal proprio bimbo di sette anni. Veronica Giannone, parlamentare del Gruppo misto e segretario della Commissione infanzia e adolescenza si è infatti rivolta al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. La storia vede come protagonista una donna di Maglie, che vive attualmente separata dal figlioletto e può incontrarlo per una sola ora, una volta a a settimana. Il bimbo, invece, è ospite assieme al padre all’interno di una nota comunità del capoluogo salentino. Nei confronti dell’uomo, è tuttora in corso un procedimento penale per i reati di stalking e violenza nei confronti della mamma del piccolo. Accuse che, peraltro, starebbero per sfiorare i tempi della prescrizione.

Intanto la Cassazione - si apprende dalla deputata - ha recentemente respinto la richiesta dei legali della donna di rivedere le decisioni prese dalla Corte D'Appello. “Una madre, sana, non drogata, non violenta, nel pieno possesso della responsabilità genitoriale, può incontrare il figlio solo una volta a settimana per una sola ora”, scrive la parlamentare salentina. “Fatto ancor più scandaloso, continua Giannone, è che oggi il bambino si trova in una comunità (comunità per gestanti e madri con figli a carico in stato di disagio)  con il padre, proprio perché esistono le denunce penali. Se si leggono gli atti del Tribunale i giudici sottolineano che, avendo a disposizione il personale dell'istituto, mentre si recupera il rapporto padre figlio, è più facile controllare eventuali abusi del genitore. Ma non sarebbe stato più corretto aspettare almeno che il tribunale penale si pronunciasse in primo grado sulle accuse di violenza? “, punta il dito e si chiede in una nota l’esponente del Gruppo misto.

"Non sono stupita che sulla triste vicenda ora indaghi la Commissione sul femminicidio. L'ho seguita personalmente e ho anche depositato un'interrogazione al ministro Bonafede, chiedendo un rapido intervento delle istituzioni per far tornare il suo bambino a casa con lei. Mi aspetto che il Ministro Bonafede - conclude la deputata - prenda finalmente in mano la situazione ed invii gli ispettori, ora che anche la Commissione si è resa conto che in questa storia c'è qualcosa di poco chiaro. Non c'è più tempo da perdere perché abbiamo tutti la responsabilità come istituzioni, ma anche umanamente, di proteggere una donna innocente ed un bambino che chiede semplicemente di tornare a casa con sua madre", conclude.

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