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Cronaca

Insidie del cenone di mezzanotte: in 10 in ospedale per spine di pesce conficcate in gola

Curiose le coincidenze del Natale a tavola. Diversi pazienti si sono recati presso il pronto soccorso dell'ospedale "Vito Fazzi" di Lecce, per residui di lisca e indigestioni dovute alle abbuffate. Tre donne, invece, sono state medicate al polso destro, per lievi slogature mentre si trovavano ai fornelli

LECCE – Che i cenoni di Natale salentini, e poi i pranzi del giorno dopo, non fossero del tutto “light” era cosa ormai arcinota persino alle guide turistiche. Ma per le festività del 2014 ci si è davvero superati.  A differenza degli scorsi anni, quando l’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce si è trasformato in un viavai di persone ubriache che nulla aveva da invidiare a un presepe, il 25 dicembre del 2014 sarà ricordato per la quantità di “consulenze” mediche da indigestioni, palpitazioni dovute al troppo cibo, e per le spine di pesce conficcate in gola durante i pasti.

Sono dieci, infatti, le persone che si sono recate presso la struttura sanitaria  del capoluogo salentino, impaurite da quei residui di lisca di troppo, fortunatamente senza nessuna grave conseguenza. Ma non sono state di certo le abbuffate a tavola a creare gli unici disagi. C’è chi, per esempio, ha accusato problemi ancor prima di sedersi tra parenti e amici. Tre donne, nella serata di ieri, tutte di circa 65 anni, sono state accompagnate al nosocomio, con slogature al polso destro.

Originale coincidenza ha voluto che tutte e tre si siano provocate il fastidio articolare in cucina, mentre si trovavano ai fornelli, alle prese con la cottura dei piatti che sarebbero stati serviti di lì a poco. Una cosa è certa: meglio abbondare con il cibo, che con l’alcol. Come, invece, hanno dimostrato le statistiche degli scorsi anni.

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