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Cronaca

Lavoro nero, reddito di cittadinanza e truffe Inps: denunce e maxi multe nel Salento

I carabinieri e Nil hanno eseguito ispezioni in svariati settori dell’economia: senza contratto 43 lavoratori su 184. Nei guai anche il legale rappresentante di 11 ditte: percepiva l’indennità di 790 euro

LECCE- Dei 184 dipendenti, controllati dai carabinieri del comando provinciale e dal Nucleo ispettorato del lavoro, 43 sono risultati completamente “in nero”, dunque sprovvisti di un contratto. Le verifiche sono scattate nel Salento tra il primo gennaio e la fine di febbraio: un periodo di due mesi nel quale sono state eseguite 89 ispezioni nei più svariati settori dell'economia locale. I controlli sono stati effettuati in città e nei comuni di  Casarano,  Parabita, Maglie, Guagnano, Melpignano, Tricase, Salice Salentino, Poggiardo, Castro, Casarano, Gallipoli, Campi Salentina, Porto Cesareo e Squinzano.

Su tutte le altre posizioni lavorative sono invece ancora in corso gli accertamenti del caso, per verificare eventuali violazioni di legge. Le irregolarità messe a nudo dai militari hanno riguardato tutti i settori: dall’edilizia alla produzione di capi di abbigliamento, alle case di cura e riabilitazione, passando per pub, sale giochi, allevamenti di animali e, per finire, al settore della panificazione. Sono state elevate 62 multe amministrative per un totale di 200mila e 646 euro, relative alla cosiddetta  maxi sanzione per lavoro nero, all’irregolare tenuta del libro unico, alla mancata consegna del contratto di lavoro e per altre norme violate. In 42 sono stati segnalati all’autorità giudiziaria: a vario titolo hanno violato le disposizioni di legge. Sono inoltre 36 le prescrizioni penali e le diffide, mentre sono state contestate ammende per 160mila euro.

Le principali violazioni sarebbero quelle dei datori di lavoro edili, per mancata protezione delle postazioni lavorative dal rischio di cadute dall’alto, l’omessa sorveglianza sanitaria, formazione e informazione nei confronti dei lavoratori. Le irregolarità riguardano però anche alcuni committenti, che si sono affidati a ditte non in regola con gli adempimenti previdenziali o, addirittura, sconosciute alla pubblica amministrazione perché  operanti del tutto in nero.

Tuffe Inps e l'amministratore di 11 ditte col reddito di cittadinanza

In due circostanze, in 18 sono stati denunciati per il reato di truffa nei confronti dell’Inps e un individuo è stato deferito per aver  percepito  il reddito di cittadinanza pari a 790 euro mensili dal mese di giugno scorso. Era però di fatto il legale rappresentante di ben 11 società e percepiva a titolo di compenso in nero ben mille e 800 euro al mese. Sospesa immediatamente l’erogazione della somma. Indennità bloccate anche per 8 cittadini: sono stati scoperti a lavorare in nero, nonostante il reddito di cittadinanza.

Per 11 aziende è scattata inoltre la sospensione dell’attività imprenditoriale per impiego di lavoratori in nero in misura superiore al 20 per cento di quello occupato, con un’ulteriore sanzione di mille e 500 euro che ogni datore ha dovuto pagare per poter riprendere l’attività imprenditoriale. Sono stati recuperati dalle casse dell’Inps anche 30mila euro di contributi evasi. I datori di lavoro sanzionati sono stati inoltre segnalati agli enti previdenziali e assistenziali, oltre che all’Agenzia delle entrate,  per tutta la serie di illeciti fiscali e tributari.

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