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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Carenza di medici di base, "Salento consumatori" si rivolge al Tar

L'associazione ha presentato al Tar Lecce un atto di intervento ad opponendum nel controverso giudizio promosso da un gruppo di medici generici contro l'Asl e la Regione Puglia

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di LeccePrima

LECCE - Un'importante battaglia dell'associazione "Salento Consumatori" a tutela del diritto alla salute del consumatore-utente del servizio sanitario. La questione è quella del rapporto ottimale tra medici di base e cittadini, ovvero, quale debba essere il numero dei medici di base sul quale quest'ultimi possono poter fare affidamento in un dato territorio. Oggi, l'associazione, a mezzo dei legali di fiducia, Fabio Varallo e Gianluca Solimeo del Foro di Lecce, ha depositato presso il Tar Lecce un atto di intervento ad opponendum nel giudizio promosso da un gruppo di medici generici contro l'Asl Lecce e la Regione Puglia, al fine di sostenere la posizione delle amministrazioni resistenti.

E' utile ripercorrere i motivi che hanno reso necessario l'intervento della nostra associazione; la vicenda riguarda il rapporto ottimale medico di base-paziente nell'ambito del territorio della provincia di Lecce. Nella vicenda in questione, alcuni medici generici sono insorti contro il provvedimento della Asl Lecce con il quale sono state individuate le zone carenti di medicina generale nella provincia di Lecce. L'associazione si oppone alle altrui richieste sulla base del fatto che la legge statale prevede che il rapporto ottimale medico di base-paziente debba essere di un medico di base ogni mille abitanti.

Si tratta, come chiarisce Manuela Dima, presidentessa nazionale, "di un rapporto ottimale, imposto dalla legge n. 833/78, a tutela dell'effettiva libertà di scelta del medico di base da parte del cittadino, in un determinato ambito territoriale". Avverso il suddetto provvedimento della Asl, sono insorti alcuni medici generici, sostenendo che tale rapporto medico di base-popolazione dovrebbe essere allargato. "Il che - spiega -, come è agevole intuire, avrebbe delle gravissime ripercussioni per i cittadini, la cui libertà di scegliere il proprio medico di base verrebbe di fatto, ristretta se non addirittura annullata".

"E' di facile comprensione - insiste la Dima - l'effetto di un eventuale allargamento del rapporto medico di base-popolazione: un servizio congestionato, in cui i cittadini sarebbero costretti ad attese interminabili, sia per essere visitati, che per ottenere una semplice ricetta medica. Gli utenti si vedrebbero alle prese con pochi medici di base che, dovendo gestire una mole elevatissima di pazienti, non sarebbero nelle oggettive condizioni di offrire le migliori e più accurate prestazioni sanitarie".

Il tutto, come è evidente, sarebbe a danno del diritto costituzionale alla salute di ogni cittadino. Quello dei medici di base è un servizio essenziale per la collettività, e la libertà di poter scegliere tra un numero ragionevole di medici in un determinato ambito territoriale deve essere tutelata dallo Stato. Nella causa che vede contrapposti alcuni medici generici alle decisioni, più che legittime, delle amministrazioni, si vorrebbe allargare il rapporto ottimale medico-paziente, a danno del cittadino. Per questo, l'associazione Salento consumatori, si unisce, quindi, alle amministrazioni chiamate in causa condividendo a pieno il loro operato ed opponendosi fermamente al tentativo di chi, come dichiarano, "vorrebbe subordinare il diritto alla salute dei cittadini a logiche puramente economiche e di profitto".

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