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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

L'emergenza: un nuovo caso, donna 63enne rischia di andare a vivere in auto

Una richiesta di aiuto è giunta ancora una volta presso l'associazione Codici di Lecce. Laura Critelli ai primi di agosto corre seriamente di vivere questa situazione drammatica che coinvolge già diversi altri cittadini, molti dei quali sfrattati

LECCE – Una richiesta di aiuto è giunta ancora una volta all’associazione Codici di Lecce. Laura Critelli, una donna di 63 anni, sarà presto costretta a dormire in auto. Un caso che sembra ricalcare le orme di quello che vede protagonista, suo malgrado, Piero Scatigna, che conduce questa vita da circa nove mesi, forzatamente separato da moglie e figlie di 10 e 8 anni.

La signora Critelli ha accompagnato la sua richiesta d’aiuto con una lettera commovente, narrando il suo excursus: un figlio morto a soli 12 anni dopo un intervento di trapianto del rene, il trasferimento della famiglia a Lecce negli anni '80, i problemi infiniti tra lavori saltuari e non pagati, sfratti e tensioni familiari, fino alla fine del matrimonio.

La donna, ad oggi, ha presentato diverse domande di assegnazioni di un alloggio popolare. Per i motivi più svariati, sono ancora in sospeso. Nell'ultimo anno ha vissuto in un appartamento di appena 50 metri quadrati con la figlia e la nipote. Ma per varie ragioni è una questione precaria anche questa: a breve ritornerà il compagno della figlia e lei non vuole essere di peso. 

“Vado all'ufficio casa e mi dicono che sono bloccati a causa delle indagini della magistratura in corso, ma loro sono sempre bloccati, lo erano anche prima delle indagini”, sbotta la donna. L’indagine è quella nota, con, fra gli altri, tre assessori indagati. “E pensare che ci sono tante case murate a Lecce. Mi sento sola – prosegue in lacrime - ho solo un cagnolino che è tutta la mia vita, preferisco lui che mi scodinzola a tutte le persone che ho incontrato. Vi supplico, aiutatemi”.

Continuiamo a scrivere alle istituzioni locali, a lanciare appelli che cadono nel vuoto”, dichiara l'avvocato Stefano Gallotta, segretario di Codici Lecce. “Ma cosa aspettano al Comune di Lecce, i gesti estremi per poter esprimere il proprio cordoglio?I cittadini in queste situazioni disperate hanno bisogno solo di una cosa: di sentire che le istituzioni sono concretamente presenti, senza accampare patetiche scusanti”.

“Lo ribadiamo – conclude il legale Gallotta – è un preciso dovere delle istituzioni restituire a queste persone ilsacrosanto diritto, costituzionalmente sancito, ad ottenere un'abitazione quale luogo dove possano condurre un'esistenza dignitosa. E' indispensabile ispirarsi al senso umano di responsabilità e di carità verso i più deboli, una società civile non può voltarsi dall'altra parte e far finta di nulla".

"In questo senso - aggiunge -, abbiamo accolto con enorme piacere e speranza l'intervento della senatrice Daniela Donno, vicepresidente della commissione parlamentare straordinaria per la tutela e promozione dei diritti umani, in favore del signor Piero Scatigna e di tutti coloro che, nel capoluogo salentino, stanno vivendo sulla propria pelle l'emergenza abitativa. Paradossalmente, di questa specifica e assurda emergenza se ne parla a Roma e se ne stanno occupando i giornali in tutta Italia, mentre a Lecce tutto continua a tacere”.

Nei giorni scorsi, la senatrice salentina del Movimento 5 Stelle Daniela Donno, aveva detto: “E’ inaccettabile che nel 2015 lo Stato italiano costringa delle persone a separarsi dalla propria famiglia e dai propri figli per vivere in una automobile o in strada in condizioni impietose per qualsiasi essere umano. Soprattutto alla luce dell'inchiesta-scandalo sulla presunta assegnazione di alloggi popolari nella zona 167. Ci chiediamo come l’amministrazione comunale possa permettere il protrarsi di situazioni simili e ci auguriamo che proceda celermente per trovare una soluzione adeguata.”

Ma le storie sono tante. C'è per esempo quella di Ugo Mennuni, o di una giovane coppia, sfrattata di recente, che da giorni alloggia sul sagrato della chiesa di San Pio. 

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