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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Salve

L’indagato vive sull’Isola di Man, processo per abusi edilizi falso in tilt

Masseria Palaci, Salve. In tre rischiano il rinvio a giudizio, ma un intoppo rischia di far naufragare tutto. Per una notifica "impossibile"

LECCE - Isola di Man, paradiso naturale (e fiscale) dell’arcipelago britannico, dove Sua Maestà è tenuta a intervenire in caso di difesa, ma che per tutto il resto vive in un perfetto stato di autogestione quasi impermeabile alle faccende esterne.

Sembra dimostrarlo, fra l’altro, una vicenda che potrebbe apparire surreale e che vede al centro presunti casi di abusi edilizi e falso avvenuti attorno a Masseria Palaci. Si tratta di una location residenziale, che nasce su un impianto del ‘600, nei dintorni di Salve. A suo tempo (era il 2013), scattarono anche i sigilli degli agenti di polizia provinciale. Ma è una storia dietro la quale si cela un cortocircuito che rischia di mandare in tilt la macchina giudiziaria.   

Se l’inchiesta, infatti, portata avanti dal pm Antonio Negro, ha fatto il suo corso, fino agli accertamenti dei presunti reati, tuttavia dovrà essere notificato di nuovo l’atto di chiusura delle indagini preliminari. Il gup Antonia Martalò, infatti, ha ritenuto valida un’eccezione mossa da uno degli avvocati presenti oggi in aula, Rocco Vincenti.

Questo perché uno degli indagati (quello principale, peraltro, attorno al quale ruota tutto), Stuart Bell Scott, 41enne, legale rappresentate della “Deansgate”, società proprietaria di Masseria Palaci, vive a Douglas, capitale della succitata isola nordica, dove il Consolato non ha dato seguito alla richiesta di notifica. Non ci sarebbe, a quanto pare, un rapporto di reciprocità con l’autorità giudiziaria italiana.

Di fronte al silenzioso sbarramento delle autorità isolane (o meglio, al rifiuto di procedere perché sostanzialmente il pm italiano non sarebbe riconosciuto come "autorità giudiziaria"), e dopo averle provate tutte, il sostituto procuratore non ha potuto fare altro, codice alla mano, che emettere un decreto d’irreperibilità. E l’atto di chiusura delle indagini preliminari è stato notificato direttamente al difensore del cittadino di Mann.

Si tratta dell’avvocato Marco Casali del Foro di Pavia, sostituito oggi da già citato Vincenti, nell’udienza preliminare in cui si doveva stabilire l’eventuale rinvio a giudizio richiesto del pm. Ebbene, in questa sede è stato contestato come non si possano attribuire responsabilità particolari a Stuart Bell Scott. La notifica non sarebbe certo rimasta inevasa per sue mancanze. Non è colpa sua, insomma, se è nato, cresciuto e ancora residente nell’Isola di Man. Semmai, tutto sarebbe da ricercarsi a monte, proprio dall’atteggiamento del Consolato mannese.

Il giudice per le udienze preliminari, preso atto della vicenda, ha decretato illegittimo il decreto d’irreperibilità. Per inciso, un difetto di notifica più ordinario si è registrato anche per un altro degli indagati, Giovanni Siciliano, 59enne di Salve, progettista e direttore dei lavori (difeso sempre da Vincenti, quale avvocato di fiducia). Ma si è trattata di una situazione rientrante nella normale casistica. Nel procedimento, va aggiunto per completezza, rientra anche il nome di Michele Margarito, 40enne di Montesano Salentino, titolare dell’omonima ditta incaricata dei lavori.

Insomma, la sensazione è che si rischi di rimanere invischiati nelle sabbie mobili di una burocrazia ammantata di “paradisiaco” ingegno, in assenza di uno strumento giuridico che imponga all’Isola di Man l’esecuzione della notifica. Di certo, si dovrà rispedire l’atto. E che riuscirà a salpare è certo. Bisognerà vedere se riuscirà anche a sbarcare. Ma l’udienza, nel frattempo, è stata aggiornata al 30 marzo.

Quanto alla storia in sé, riguarda, come detto, la zona di Masseria Palaci. Tutti e tre sono indagati in concorso (che abbiano ricevuto o meno la carta…) perché, secondo quanto contestato dalla Procura, senza permessi di costruire e autorizzazioni paesaggistiche (sono stati ritenuti  illegittimi quelli emessi), avrebbero realizzato due manufatti, uno di poco più di 54 metri quadrati, l’altro di oltre 300, dopo aver integralmente demolito quelli preesistenti, in zona peraltro a vincolo paesaggistico.

All’imprenditore dell’Isola di Man e al progettista Siciliano, sono attribuite anche false dichiarazioni. Ovvero, nella relazione tecnica e nei grafici prodotti, allegati alla richiesta di permesso di costruire, avrebbero dichiarato il recupero e il risanamento di un fabbricato rurale, con la ricostruzione di parti mancanti o in rovina, attestando in modo fittizio l’esistenza di mura perimetrali, struttura orizzontale e copertura.

In seguito, in due dichiarazioni sostitutive dell’atto di notorietà, avrebbero specificato come l’intervento riguardasse un immobile di edilizia residenziale. Da tutto ciò discenderebbe quindi l’induzione in errore dei responsabili tecnici del Comune di Salve e dell’Unione dei Comuni “Terra di Leuca”, al momento di rilasciare i permessi. E così, fra impedimenti e intoppi, la questione resta per ora bloccata, se non tutta da rifare, o quasi. Con il problema che, fra un anno circa, tutto possa cadere in prescrizione.

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