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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Vernole

L'ultimo saluto al magazziniere del Lecce

Si sono svolti questo pomeriggio a Strudà i funerali di Antonio De Giorgi, 41 anni. L'uomo è stato colpito ieri da una saetta abbattutasi improvvisamente sul "Via del Mare" alla fine degli allemanti

Ore 15.30: il corteo funebre con in testa il feretro di Antonio De Giorgi giunge sulla sagrato della chiesa di Santa Maria della neve a Strudà. Ma un'ora prima della cerimonia funebre, in via Rossini, nei pressi dell'abitazione dello sfortunato magazziniere - rimasto ieri mattina folgorato da un lampo abbattutosi improvvisamente sul manto erboso dello stadio Via del Mare quando ormai l'allenamento del Lecce era terminato - una folla composta di sportivi e amici si è radunata in segno cordoglio ai familiari della vittima. Strazio e disperazione dipingono i volti dei parenti più stretti di Antonio De Giorgi, ai quali riesce sempre più difficile capacitarsi del perché ieri il destino si sia accanito così improvviso e crudele contro il loro caro, proprio su quel campo di calcio, dove l'aiuto magazziniere svolgeva il suo lavoro da circa sette anni per l'Unione sportiva Lecce. Quando la bara lascia l'abitazione della famiglia De Giorgi, dalla strada si leva uno scrosciare di applausi. Non perdono tempo, gli amici più stretti di Antonio, a depositare sul feretro la bandiera della Us Lecce e la maglia giallorosa.

Strudà, frazione di Vernole, è il piccolo borgo trasformatosi questo pomeriggio in unica famiglia che vuole dare l'ultimo saluto ad Antonio, sposato, padre di una bimba di 2 anni e mezzo, genero e aiutante del magazziniere storico dell'Unione Sportiva Lecce, Giuseppe Sileno. E con gli amici e i parenti c'è anche la dirigenza della società giallorossa, la squadra e lo staff tecnico. Vestono con addosso la tuta dell'allenamento. Si accodano al corteo il capitano Zanchetta, i centravanti Tiribocchi e Ariatti, e poi Vives, Cottafava, Angelo e tutti gli altri, giunti a Strudà a bordo di un pullman. Hanno il volto segnato, sguardo verso terra. Salgono le scale del sagrato ed entrano in chiesa. Inizia l'omelia funebre. Decine di persone sono rimaste per strada. Troppo piccola la chiesa per accogliere tutti. C'è chi preferisce restare fuori: dietro l'angolo c'è posto per piangere, senza farsi vedere.

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