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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Porto Cesareo

La condanna penale comporta la revoca sulle concessioni demanali

Respinto in modo definitivo il ricorso della società titolare del lido di Porto Cesareo “Bahia del Sol”. La sentenza ha effetto su tutte le concessioni della Regione Puglia. Corretto l'operato degli uffici del Comune jonico. "La revoca dei titoli giusta per condanne su reati non colposi"

LECCE – Respinto in modo definitivo il ricorso della società titolare del lido di Porto Cesareo “Bahia del Sol”, gestita dai fratelli imprenditori di Copertino Luca e Maria Stefania Mangialardo, e il pronunciamento dei giudici amministrativi ha come effetto lo stop alla concessione demaniale, arrivato in seguito delle note vicende giudiziarie degli ultimi anni e più volte contestato.

L’odierna (e ulteriore) sentenza del Tar di Lecce sull’argomento, è importante anche perché sancisce un precedente che si riflette in linea generale su tutti permessi della Regione Puglia. L’opposizione era stata avanzata contro le decisioni assunte del Comune di Porto Cesareo, che ha fatto valere oltremodo le sue tesi e la correttezza del proprio operato tramite gli avvocati Pietro e Antonio Quinto.

Come molti ricorderanno, nel marzo dello scorso anno l’ufficio demanio marittimo del Comune jonico aveva disposto la revoca della concessione demaniale dello stabilimento balneare in seguito a un procedimento amministrativo avviato su sollecitazione dei carabinieri della compagnia di Campi Salentina e della Procura di Lecce (l’indagine era stata portata avanti dal maggiore Nicola Fasciano e dal sostituto procuratore Antonio Negro) per alcune condanne in sede penale.

Contro il provvedimento, che in pratica inibisce ogni ulteriore attività, era quindi insorta la società proprietaria con un ricorso al Tribunale amministravo del Lecce rivendicando l’ininfluenza delle precedenti condanne del legale rappresentante nell’ulteriore prosecuzione del rapporto concessorio.

Il Tar, però, aveva respinto la richiesta di sospensione del provvedimento impugnato, ma l’ordinanza era poi stata riformata in estate dal Consiglio di Stato. L’articolata sentenza di oggi, però, evidenzia la correttezza delle decisioni assunte dall’ufficio demanio comunale e la doverosità del ritiro della concessione demaniale proprio a causa della sopravvenuta condanna penale per reati che attengono la gestione dello stabilimento. E la sentenza, come detto, produce effetti sull’intero territorio regionale.

“Il principio di diritto – ha commentato l’avvocato Pietro Quinto - è che, in virtù di quanto stabilito dalla legge regionale numero 17 del 2006, le concessioni demaniali vanno sempre revocate allorquando venga accertata la sopravvenienza di condanne penali per reati aventi natura non colposa che contrastano con l’affidamento in gestione dei beni della collettività, affidamento connotato da un ‘necessario rapporto fiduciario’, e rispetto a tale adempimento i comuni costieri non hanno margini di discrezionalità, ma sono tenuti ad applicare le disposizioni di legge, cui peraltro si fa espresso riferimento nel testo di tutti i titoli concessori”.

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