Un'esperienza amministrativa da vicesindaco ed assessore ai lavori pubblici con l'ex sindaco, Enzo Saracino, dopo la sua prima ed unica candidatura: il biglietto da visita di Marco Castelluzzo, avvocato quarantaduenne, candidato a sindaco di Martano, con una civica che unisce Pd, Udc, Io Sud ed esponenti di realtà associative locali, è di tutto rispetto. Un personaggio stimato, di esperienza, ma come chiarisce egli stesso "non un presenzialista della politica ad ogni costo". Castelluzzo ha vissuto la propria militanza politica come "forma organizzata democraticamente", partendo dal Ppi, per approdare alla Margherita e poi al Pd.

Il candidato sindaco scommette sulla volontà di ricoprire il ruolo di primo cittadino con la "sensibilità propria di chi è abituato a coinvolgere, andando oltre la schematizzazione partitica, facendo sintesi tra la buona politica e la buona amministrazione". La partecipazione, insomma, prima di tutto, come peraltro manifestato anche da uno dei due avversari, Antonio Bovino. Eppure la prima considerazione da fare ruota attorno al centrosinistra locale, che si presenta al voto diviso. Per Castelluzzo, la domanda è "pertinente", ma occorre una precisazione rispetto ai fatti e alle "scissioni" precedenti all'amministrazione Micaglio, così come raccontato da Bovino.

"Sull'ultima amministrazione, contrariamente a quanto riportato da Bovino - chiarisce -, le vicende sono alquanto diverse: da responsabile all'epoca della Margherita, dopo un'attenta riflessione interna al nostro partito, approdammo alla decisione che fossero i Ds a dover indicare il candidato, tra le tre opzioni emerse, dopo la rinuncia di Franco Farì. Sui i nomi in campo, ossia quelli di Zacheo, di Micaglio e Bovino, noi abbiamo solo detto che erano tutte persone meritevoli di considerazione. Ma la scelta è stata demandata ai Ds, pertanto non ho personali responsabilità sulla lacerazione che è susseguita alla designazione di Micaglio".

Su Bovino, però, pur sottolineando la stima per la persona, precisa: "È stato protagonista di quella lacerazione della vita politica martanese e penso che oggi non possa rappresentare quell'elemento di novità che vorrebbe essere, trattandosi questa della sua quinta candidatura consecutiva". Sui problemi ereditati dall'amministrazione caduta con largo anticipo, Castelluzzo spiega come Martano oggi viva un "tessuto politico, morale, sociale, completamente lacerato".

Tra le proposte per la città che verrà, il candidato sindaco evidenzia innanzitutto una questione di "metodo": "Serve una partecipazione ampia - dichiara -, per le decisioni che davvero possono incidere sul futuro di Martano, penso alla necessità di ricorrere alla proposta referendaria. Immagino inoltre di dover strutturare il sistema-paese, rafforzando e coordinando i servizi che è in grado di offrire anche ai paesi limitrofi, come punto di riferimento. Penso all'artigianato, all'edilizia, alle scuole, all'Asl".

Castelluzzo vuole mettere in piedi un polo culturale nel Palazzo Ducale, un polo sportivo, un polo sanitario, creare luoghi di aggregazione, costruire un centro multimediale, completare la zona industriale, collegare la zona 167 e zona Cosentino con i servizi, l'allaccio fognario, recuperare il centro storico, valutando agevolazioni fiscali per chi vuole intraprendere un'attività commerciale, il rilancio dell'edilizia, con la sopraelevazione del terzo piano fuori terra, laddove compatibile con il tessuto urbano. Tante le proposte, ma una molto interessante: "Proporrò che siano le opposizioni, qualora dovessi essere eletto sindaco, a scegliere una figura professionale che rappresenti il difensore civico comunale, affinché monitori e controlli l'azione amministrativa. Non ho alcun problema ad essere controllato nel mio agire da una persona, indicata da altri".