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Cronaca

La protesta lascia il posto alla contesa delle pagode

Il temuto no dei commercianti per la Fiera di Natale in piazzetta Tito Schipa, finisce con una bolla di sapone. Stamani solo qualche tensione per l'accaparramento delle pagode.

La temuta serrata dei commercianti della Fiera di Natale non c'è stata. Questa mattina i circa 80 assegnatari delle pagode che dal prossimo 6 dicembre stazioneranno in piazzetta Tito Schipa a Lecce, si sono recati presso i locali del castello Carlo V di via XXV Luglio per scorrere le graduatorie e scegliere dove sistemarsi con la merce. Eppure ieri sera, dopo la decisione assunta dal sindaco Paolo Perrone (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=4773), tutto aveva pensare che stamani i commercianti avrebbero invece rifiutato le condizioni imposte dall'amministrazione comunale: niente via Cavvallotti (dove invece avrebbero voluto esporre) e tutti nella vicina piazzetta Schipa.

E così, la "guerra" degli ambulanti contro l'amministrazione, ha lasciato il posto ad un battibecco tra gli stessi commercianti: storie di anzianità, il parametro secondo il quale il Comune di Lecce stabilisce la graduatoria che consente ai titolari delle licenze più vecchie di scegliere per primi la pagoda meglio posizionata tra le 90 messe a disposizione dal settore Attività economiche e produttive. D'altronde la sfida che gli ambulanti della Fiera natalizia si apprestano ad affrontare con la grande distribuzione organizzata (vedi i tre grossi centri commerciali dell'hinterland leccese), è persa in partenza e a loro non resta altro che esporre in piazzetta Schipa con la speranza di chiudere le festività con un buon guadagno. Anche perché tutti hanno già investito nell'affitto della pagoda (montaggio e smontaggio della struttura mobile e allestimento dell'impianto elettrico) anticipando al Comune 353 euro, 704 eruo per la doppia.

Ma chi sono questi ambulanti? Non tutti sono leccesi. Molti di loro vengono da altre regioni d'Italia, e poi dal Sud America, dal Nord e dal Centro Africa. A quest'ultimi poco importa, sembrerebbe, la contesa della pagode dei colleghi salentini. Aspettano seduti nella sala del Carlo V il loro turno per la scelta della "struttura mobile". Scorrono la graduatoria affissa al muro come gli studenti a fine anno scolastico, promossi o bocciati. Hanno lo sguardo lontano dalle decisioni del Palazzo, dalle valutazioni politiche dell'esecutivo. Vorrebbero, forse, che il susseguirsi delle amministrazioni comunali non cambiasse le "location" anno dopo anno. Vorrebbero, forse, che la decisione sulla scelta della piazza dove farli esporre restasse quella e basta.

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