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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Lavoro nero, stangata: sospese sedici ditte salentine

Denunce all'autorità giudiziaria e multe salate per imprenditori di attività del basso Salento. I controlli dell'Ispettorato del lavoro e dei carabinieri del Nil su edilizia, ma soprattutto calzifici

LECCE - Una stangata vera e propria. Sedici attività imprenditoriali sospese, 35 provvedimenti sanzionatori, con un importo, per gli illeciti accertati, pari a 62mila e 407 euro ed un recupero, alle casse dell'Inps, di circa 14mila euro di contributi evasi. Sono le cifre dell'ultimo controllo a tappeto degli ispettori della Direzione provinciale del lavoro, diretti da Giocondo Lippolis, insieme ai carabinieri del Nil (Nucleo ispettorato del lavoro). E questa volta il "giro di vite" ha riguardato, oltre al settore dell'edilizia - spesso e volentieri sotto la lente -, anche alcuni calzifici del basso Salento, e, ancora, bar, ristoranti, pasticcerie, pizzerie, tipografie, panifici e pastifici. Tutte attività che sorgono fra Acquarica del Capo, Presicce, Taviano, Racale, Castrignano dei Greci, Gallipoli, Ugento, Ruffano e Nardò.

Nel corso dei sopralluoghi, gli ispettori hanno identificato 42 lavoratori, dei quali 28 sono risultati, a vario titolo, irregolarmente occupati e di questi 27 completamente "in nero", tra cui due extracomunitari. In quindici occasioni è stato adottato il provvedimento di sospensione dell'attività imprenditoriale, poiché la forza lavoro occupata in nero è risultata superiore al 20 per cento rispetto a quella regolarmente assunta, mentre in un'occasione il provvedimento di sospensione è stato adottato per gravi violazioni della disciplina in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro.

In particolare un calzificio, secondo gli accertamenti, avrebbe occupato in nero quattro dipendenti su quattro. In un'altra circostanza, a lavorare in nero da due mesi era una donna di nazionalità marocchina. E' stata inoltre sospesa, con effetto immediato, un'attività del settore edile che si occupa di lavori di scavo. Oltre a quelle relative alla cosiddetta "maxi sanzione per lavoro nero", le violazioni più ricorrenti hanno riguardato l'irregolare tenuta del Libro unico del lavoro, la mancata consegna della lettera di assunzione, omissioni o inesattezza sulle buste paga ed il ritardo, se non proprio l'omissione, della comunicazione di assunzione al Centro per l'impiego.

I datori di lavoro che hanno occupato i dipendenti in nero sono stati inoltre segnalati all'autorità giudiziaria, per non aver fatto svolgere loro gli accertamenti sanitari. Il Testo unico 81/2009 prevede, infatti, la sorveglianza sanitaria dei lavoratori come un obbligo in capo al titolare dell'azienda. Gli imprenditori sono stati denunciati anche per non aver provveduto alla formazione ed informazione dei propri dipendenti sulla valutazione dei rischi all'interno delle proprie attività.

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