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Cronaca Leuca / Via Vecchia Lizzanello

Le nubi tossiche che spezzano il respiro, fenomeno su cui indagare bene

Stamattina persino telefonate ai vigili del fuoco. S'è formata una sorta di nebbia. Da tempo si segnala l'incendio di rifiuti

LECCE – Una vera nube tossica, quella che ha invaso una parte di Lecce, specie la periferia sud, verso l’alba. Tanto che diversi cittadini si sono svegliati con gola secca e forte olezzo di bruciato nelle narici, fra le 6,30 e le 7.

L’aria era letteralmente irrespirabile. E non certo per il tipico odore di sterpaglie in fumo. Plastiche, forse, miste magari a immondizia. Questa la sgradevole sensazione avvertita. Qualcuno l’ha descritto come un odore chimico, simile a quello, per esempio, di vernici. E in alcuni punti si è formata una sorta di nebbia. Tanto che non sono mancate nemmeno alcune telefonate alla sala operativa dei vigili del fuoco. Alto era il timore che fosse divampato qualche grosso incendio.

Un odore forte  sgradevole

In alcuni quartieri del capoluogo, come il Leuca, o rioni molto vicini, come Castromediano di Cavallino, il puzzo nauseabondo si è avvertito in modo nitido. Il fumo però, con lo scorrere delle ore, si è diradato. Già verso le 8,30 del mattino tutto è tornato in una normalità apparente. Apparente, sì, perché il timore è che possa accadere di nuovo. Un timore legato, soprattutto, al disorientamento rispetto al fenomeno che di certo, tutto è, fuorché salutare.

Il perché della formazione della bruma si può spiegare, a livello fisico, con la bassa pressione che ha fatto stratificare i fumi al suolo. Da dove arrivino, si può intuire. Una segnalazione ci può aiutare. 

La segnalazione

Il 27 agosto scorso, un lettore ha inoltrato una dettagliata segnalazione al giornale, con tanto di video girato probabilmente di nascosto in cui si nota, nel buio, un rogo piuttosto vasto, ma in qualche modo controllato. Il video, in apparenza, potrebbe essere stato girato ovunque, dato che non vi sono punti di riferimento spaziali per agganciarsi, tranne qualche fioca illuminazione pubblica molto in lontananza nel sfondo.

La segnalazione completa di video

Il lettore, però, ha offerto anche alcune coordinate per comprendere dove si sarebbe sviluppato l’incendio: in via Sediolo, stradina di campagna che collega Cavallino a via Vecchia Lizzanello. Una zona “stracolma di rifiuti di ogni tipo”, ha spiegato. Rifiuti che di notte spesso vengono bruciati. Forse proprio da chi li sversa.

Ha aggiunto che il problema sarebbe ben noto soprattutto ai cavallinesi. Di estate, con caldo e finestre necessariamente spalancate, immaginare cosa si è costretti a respirare. E che possa trattarsi in effetti di quella zona, il luogo da cui si dipartono gli incendi, sembrerebbe essere avvalorato dal fatto che il problema della “nebbia tossica”, questa mattina, si sia riscontrato in particolare proprio lungo via Vecchia Lizzanello.

Indagare a fondo

Ma gli esempi si sprecano. Basti pensare che quest’estate, proveniente (guarda caso...) proprio da via Vecchia Lizzanello, a luglio e in pieno pomeriggio, si formò una nube tale da paralizzare il traffico persino sulla vicina statale 16 Lecce-Maglie.

Sarebbe quantomeno auspicabile che le autorità indagassero a fondo, che fossero svolti controlli severi per stroncare un crimine ambientale (perché di questo si tratta) che non può e non deve restare impunito, a discapito della salute della collettività e della salvaguardia del territorio.

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