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Cronaca

Il prefetto convoca Adelchi Sergio. Gli operai: "Finito il tempo delle scuse"

Incontro blindato in Prefettura per il patron del calzaturificio che ha chiuso i battenti a Tricase. Gli operai, convocati successivamente, ribadiscono la delusione per il misero sussidio regionale. "La priorità rimane il lavoro"

LECCE - Incontro a porte blindate, oggi pomeriggio, tra il prefetto Giuliana Perrotta e il patron del calzaturificio di Tricase "Adelchi", Sergio Adelchi. La convocazione presso la Prefettura di Lecce, riservatissima, sarebbe servita al nuovo prefetto del capoluogo (stando a quanto riferiscono i lavoratori in impaziente attesa sotto i portoni) a fare il punto della lunghissima, estenuante e mai risolta vertenza occupazionale che ha mandato sul lastrico 720 famiglie di operai.

La storia è nota: dopo la chiusura degli stabilimenti di Tricase (Nuova Adelchi spa, Magna Grecia, Crc srl, Sgc Plast e Knk srl), la produzione è stata delocalizzata in Paesi che garantiscono manodopera a prezzi convenienti. In barba agli operai salentini, alla loro professionalità, al tempo speso a servizio di un colosso che non ha esitato a metterli alla porta. La produzione è proseguita invece a Specchia, dove resiste la Sergio's mentre ai lavoratori veniva garantita la tregua del sussidio di cassa integrazione regionale in deroga.

In attesa di altro. Di un nuovo lavoro, certamente. Di un futuro che stenta, però, ad arrivare. Anzi sembra allontanarsi a passi larghi, incontro dopo incontro, tavolo dopo tavolo, per i 720 disoccupati del capo di Leuca. Al termine dell'incontro, il numero uno del calzaturificio è stato raggiunto dai lavoratori cui avrebbe riferito "le solite scuse che ripete da anni", spiega Rocco Panico del comitato "Michele Frascaro". "Ci ha detto di aver fatto tutto il possibile per noi – aggiunge – ma gli operai sanno di essere stati messi alla porta senza nessuna alternativa".

Le alternative appunto. A quanto pare non ce ne sono, e lo ha ribadito il capo di gabinetto Guido Aprea che ha successivamente accolto una piccola delegazione di operai. Per il momento conviene accettare il piccolo risultato (contentino?) strappato a Roma, nel tavolo interministeriale convocato in tutta fretta presso il ministero del Lavoro. A giorni, infatti, sarebbe scaduto anche il sussidio regionale e l'azienda minacciava di proseguire con le procedure di mobilità che rappresentano solo l'anticamera del licenziamento.

Le istituzioni si sono mosse sul filo del rasoio, portando a casa solo una proroga del sussidio regionale in deroga (decurato però del 40 per cento per un totale di appena 450 euro al mese). Più l'estensione dei finanziamenti (40 milioni di euro) previsti per l'Accordo di programma 2008, anche alle aziende del cluster Adelchi allo scopo di sostenere gli investimenti di nuove imprese sul territorio. Ovvero, aprire uno spiraglio per la ricollocazione dei lavoratori. Ma gli operai non ci stanno e lo ripetono a per di fiato da mesi: "La cassa integrazione non ci interessa. – denuncia con delusione Rocco – Vogliamo riprenderci il diritto al lavoro che ci è stato negato".

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