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Cronaca Rudiae / Via Vecchia Carmiano

Scacco matto ai professionisti del furto: presi dopo l’ultimo colpo

Sei baresi fermati dalla polizia a Lecce. Sono sospettati di almeno una decina di intrusioni in ville e appartamenti. Agivano spesso nella stessa zona, verso via Vecchia Carmiano

LECCE – Corsi e ricorsi storici. Era l’ottobre del 2014 quando arrivò la condanna per quattro baresi, specializzati in furti in abitazioni. Prendevano di mira soprattutto piccoli comuni del basso Salento. Li fermarono i carabinieri della compagnia di Maglie dopo una lunga indagine.

Ma i sei bloccati ieri, anche questi di Bari, e stavolta dalla squadra mobile della questura di Lecce, avevano un profilo persino più alto. Cercavano solo ville e appartamenti di lusso. Per mesi si sono accollati i rischi del mestiere, forse nella consapevolezza che prima o poi sarebbero stati fermati. Nella secolare guerra fra guardie e ladri, quasi sempre arriva il momento di saldare i conti con la giustizia. Ma nel frattempo, scaltri, i sei, tutti del quartiere San Paolo, alcuni imparentati fra loro e persino vicini di casa, avrebbero racimolato e tramutato in quattrini quanta più refurtiva possibile: gioielli e argenteria, ma anche armi, tante armi.

E, dunque, se la carriera criminale di Antonio Fanelli, 33 anni, Luigi Zaccaria, 55 anni, Marco De Noia, 41 anni, Alfonso Di Natale, 34 anni, e dei fratelli Antonio e Giuseppe Patruno, 37 e 25 anni, ha subito una brusca battuta d’arresto, difficilmente, forse, si troverà ancora il segno tangibile del loro ciclonico passaggio nelle case: la refurtiva. Quantomeno, però, si rimarrà un po’ più tranquilli in città, visto che i sei, presi ieri in flagranza, sono sospettati di almeno una decina di furti, per cinque dei quali sono già stati raccolti indizi che potrebbero portarli in seguito a un’incriminazione più robusta.

Tolto Di Natale, va aggiunto, tutti gli altri sono già vecchie conoscenze delle forze dell’ordine e alcuni già sotto inchiesta per associazione a delinquere finalizzata proprio ai furti e alla ricettazione. Esperti del settore, abili nello studiare i colpi, ancor più a eseguirli. I dirigenti della squadra mobile, Alberto Somma ed Elena Raggio, con Eliana Martella, a capo della sezione volanti, illustrando oggi i dettagli sull’operazione, hanno rimarcato proprio la capacità di penetrare anche nei luoghi più difesi e abbattere i sistemi più ardui, come armadi blindati, con la semplicità con cui un uomo comune beve un bicchiere d’acqua.

Potenzialmente, non c’erano ostacoli per loro, armati di grossi martelli e gigantesche tenaglie e sempre in contatto tramite ricetrasmittenti. Professionisti, appunto, semmai esistesse un albo della delinquenza.

Non va poi dimenticato lo studio che ci deve essere dietro a ogni colpo. E quindi, è stata una battaglia strategica, quasi una partita a Risiko giocata sul filo dei nervi, quella messa in atto per contrastare l’escalation di colpi, con particolare recrudescenza nell’area tra via vecchia Carmiano, via Monteroni, e il comprensorio di Arnesano, nella confinante Contrada Condò.

Proprio analizzando una serie di furti tentati o riusciti di maggior rilievo, dal 26 gennaio scorso in poi (gli altri nella stessa area sono del 28 gennaio, del 3 febbraio, dell’11 febbraio e del 3 marzo), gli investigatori hanno circoscritto anche fasce orarie e persino giorni prescelti: dalle 18 alle 20,30, fra il mercoledì e il venerdì. Momenti in cui, i pendolari del crimine, hanno fatto incetta di qualsiasi cosa. Spicca fra tutti un colpo in casa di un avvocato, in cui sono spariti oltre a gioielli, anche due pistole, un fucile, una carabina e munizioni.

Spesso, però, nelle loro incursioni, sono stati immortalati da videocamere di sorveglianza, che hanno permesso in più situazioni di annotare la presenza di un’auto in particolare, una Peugeot 607 di colore azzurrino, metallizzata. La stessa riapparsa sulla scena anche ieri. Quando si è presentata l’occasione di chiudere il cerchio e con esso l'incubo incombente.

Sei uomini con attrezzi d'ogni genere

I poliziotti della mobile, proprio per via dell’eccezionale ondata di furti nella zona, ieri erano proprio fra via Vecchia Carmiano e Contrada Condò per uno dei tanti servizi di osservazione messi in atto negli ultimi tempi. E la fortuna è stata dalla loro parte quando hanno notato arrivare la  famigerata Peugeot 607. Bingo.

L’autovettura in questione era peraltro seguita a ruota da una Citroen Xsara station wagon. Gli agenti si sono dovuti muovere con la massima discrezione per non rischiae di vanificare tutto, mantenendosi quindi a un certa distanza. E sono passati all’azione intorno alle 19,20, quando dalla sala operativa è giunta la notizia di un furto appena consumato in una villa di Arnesano, sulla strada provinciale per Lecce.

Individuata la via di fuga, con l’aiuto delle volanti, nel frattempo collocate sulla superstrada all’altezza dello svincolo per Surbo, simulando un comune posto di controllo, hanno fermato la prima e la seconda auto. A bordo, arnesi per scasso, cinque radioline e i tipici capi d’abbigliamento per celare i volti, come scalda collo e berretti con visiera.  

I riscontri hanno permesso di collegare gli uomini al furto appena commesso, grazie ancora una volta alla visione delle videocamere di sorveglianza: stessi capi d’abbigliamento inquadrati, stessi attrezzi. E questo nonostante vassoi e brocche d’argento appena sottratti non siano ancora stati rinvenuti.

Gli occupanti della prima auto devono aver avvisato i complici via radio del posto di controllo, permettendo a questi di disfarsi di tutto. Ma è scattata lo stesso l’imputazione di furto aggravato e di porto di arnesi atti allo scasso. Il sostituto procuratore di turno, Francesca Miglietta, ha disposto che fossero condotti in carcere. Per la soddisfazione del questore, Pierluigi D’Angelo, che elogia oggi “l’impegno investigativo profuso a seguito dell’incremento di furti in appartamento, notato recentemente” che “ha portato all’eccellente risultato conseguito”. 

Una curiosità. In un'auto gli agenti hanno trovato una catenina. Con ogni probabilità è stata rubata in uno dei tanti colpi, per cadere nell'abitacolo e finire sotto un tappetino nel corso del trasferimento di refurtiva in qualche covo. La foto è visibile nella gallery. Se qualcuno riconosce la catenina come propria, può contattare la questura.

Intanto, le indagini continuano. E non solo a Lecce. Come dimenticare, infatti, il recente caso di Galatina, con i ladri fuggiti dopo aver speronato una volante e poi costretti ad abbandonare un’Alfa Giulietta? Anche in quel caso, le tracce portano verso Bari. Il sospetto, allora, è che possano esistere più bande, a volte anche intercambiabili fra loro, tutte del capoluogo pugliese e che si dividono fette di Salento. La storia, in fin dei conti, l’ha già insegnato.IMG-20170315-WA0022-2

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