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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Dopo il maxi arsenale trovato nella masseria scattano le manette

Arrestato Giovanni Manzari. A novembre il grosso sequestro. Il suo legale ha già depositato richiesta di scarcerazione. E si attendono i risolti sulle analisi del Ris

LECCE – Giovanni Manzari, 54enne di Lecce, torna in carcere e questa volta proprio per le armi e l'esplosivo. Il 30 novembre scorso, mentre era momentaneamente in custodia cautelare nel penitenziario di Brindisi, con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, i carabinieri del Nucleo investigativo salentino fecero irruzione nella masseria dove abita, fra Torre Rinalda e Squinzano, nei pressi dell’abbazia di Santa Maria a Cerrate.

Qui, scandagliando in tutto il perimetro e dentro l’immobile, trovarono pistole, fucili, parti di armi, esplosivo e munizioni a non finire. Questo anche grazie al fiuto di York e Butar, i cani del Nucleo cinofili di Tito, in provincia di Potenza. Il grosso dell’arsenale era nascosto fra muretti a secco, secchi, persino in alcuni abiti e in un trattore.  Giovanni Manzari-5

Ora, dunque, proprio per quella vicenda, è scattata un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Manzari è stato rintracciato nel suo podere. I carabinieri hanno anche eseguito una nuova perquisizione, il cui esito è stato negativo: non è stato rinvenuto altro, dunque, dopo l'episodio di novembre. 

L’arresto è stato richiesto dal sostituto procuratore Carmen Ruggiero. La firma in calce, del gip Simona Panzera. L'uomo risponde dei reati di detenzione abusiva di armi, esplosivo e munizioni e di ricettazione. Già questa mattina, l’avvocato Carlo Martina del foro di Roma, che difende Manzari insieme con l'avvocato Giancarlo Dei Lazzaretti, ha depositato la richiesta al Riesame per chiedere la scarcerazione. Domani mattina è fissato a Borgo San Nicola l'interrogatorio di garanzia. 

C’è da dire che su armi e componenti varie trovate nella masseria, è in atto anche una perizia del Ris di Roma. Consulente di parte, per la difesa, è stato invece nominato l’esperto Pietro Boemia. Al momento non si sa quali siano le conclusioni. Vige il massimo riserbo, ma si pensa che possano rivelare sorprese.

Manzari, che ha un precedente specifico, fino a oggi non ha mai detto una sola parola su quell’arsenale. Lo custodiva per conto di qualche organizzazione criminale? Gestiva una sorta di bazar dal quale la malavita si sarebbe potuta rifornire? Solo ipotesi investigative.5C7A2941-2

Di certo, i carabinieri quella mattina trovarono di tutto. Fucili e pistole con e senza matricola, capsule innescanti per cartucce, centinaia di palle di piombo per fucile da caccia di vari calibri, cartucce d’ogni genere, 30 chili di ogive per armi lunghe e corte, 23 chili di bossoli per pistole e fucili, polvere da lancio in quantità smisurata e persino 365 chilogrammi di polvere da cava ad alto potenziale e detonatori, il più fatto brillare.

Gli investigatori non lo dicono, ma è possibile che sospettino il coinvolgimento di altri in questa vicenda. Non è detto, però, che questo nuovo passo dell’inchiesta porti davvero a qualche sbocco.

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