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Cronaca

Marcia indietro sui licenziamenti. Gli infermieri precari restano in servizio

Dopo la corposa protesta in prefettura, la Asl di Lecce ha sospeso i licenziamenti già avviati e sta valutando un concorso per i lavoratori con contratto a tempo determinato

LECCE - La lotta paga, verrebbe da dire. Ed è questo il caso degli infermieri precari interessati da un preavviso di licenziamento sui contratti (a tempo determinato) in scadenza a fine anno. L’azienda sanitaria locale aveva fissato proprio per oggi, 23 novembre, la data di cessazione del rapporto di lavoro. Gli interessati, messi allarmati dalla decisione, un paio di giorni addietro si sono armati di striscioni e fischietti ed hanno pacificamente invaso la prefettura di Lecce in segno di protesta.

“Il lavoro non si tocca” è stato lo slogan di un centinaio di persone, infermieri per lo più, in carico alla Asl di Lecce e dei segretari di Fp-Cigl, Cisl-Fp, Uil-Fp, Fials, O.S. NurSind e Fsi che hanno animato la corposa manifestazione. Del problema è stata allertata anche la prefettura locale, la questura nonché lo stesso sindaco di Lecce, Paolo Perrone: alle istituzioni i lavoratori hanno chiesto di intervenire per sospendere le procedure di licenziamento, revocando quelle già avviate. Le soluzioni, a loro dire, non mancano e l’azienda potrebbe procedere alla stabilizzazione del personale con due passaggi preliminari: la ricognizione delle piante organiche (per definire il reale fabbisogno di personale all’interno della Asl), l’indizione dei concorsi pubblici per i precari che possiedono i titoli giusti per partecipare.

Intanto dalla direzione generale di via Miglietta è arrivata la buona notizia: la Asl fa marcia indietro sui licenziamenti anticipati. Il personale infermieristico interessato, perciò, rimarrà in servizio sino a nuova determinazione.

“Una decisione presa per avviare una valutazione complessiva della situazione degli infermieri a tempo determinato, che va affrontata analizzando i diversi aspetti di una normativa complessa che si interseca con la casistica contingente – fanno sapere dall’azienda sanitaria - . Ciò anche per quanto riguarda le varie posizioni contrattuali che si sono instaurate e stratificate nel tempo”.

La Asl vuole anche valutare l’eventualità di poter bandire un concorso pubblico in cui sia inserita una riserva di posti a favore del personale infermieristico, con determinati previsti dalla normativa. Nello specifico, deve trattarsi di personale con contratto a tempo determinato in servizio nella azienda sanitaria leccese e che, alla data di pubblicazione del bando, abbia maturato almeno tre anni di servizio (anche non continuativi) negli ultimi cinque. Al tavolo della riunione, in Direzione generale, il direttore generale Silvana Melli ha annunciato d'aver affidato l’incarico a Cataldo Balducci, docente di Diritto del Lavoro dell'Università di Lecce, di analizzare lo scenario alla luce delle norme vigenti e di altre procedure concorsuali in itinere a livello regionale.

"Abbiamo fatto un grande sforzo - ha detto Melli - per approfondire la questione nel suo complesso, con l'ottica di rispettare la normativa nazionale e regionale. Su questo versante, però, abbiamo bisogno del conforto dei tecnici e, se del caso, anche del livello politico. Per questo abbiamo preso impegni che, lo ribadisco, devono reggere alla prova delle normative e dei pareri giuridici che stiamo acquisendo. Vogliamo fare i passi giusti essendo convinti di operare nella direzione corretta e senza danneggiare nessuno, compresa l’azienda sanitaria".

Un caso che va letto in parallelo con l’avvenuta indizione del concorso per infermieri della Asl di Bari, varato su richiesta della Regione Puglia e su scala regionale, che tuttavia non contempla alcuna riserva di posti per il medesimo personale che rientra nella fattispecie prevista dalla legge di Stabilità 208 del 2015. Inoltre, la Asl Lecce ritiene che debba valutarsi anche la coesistenza di questo doppio binario con l’avviso di mobilità infra ed extraregionale  già bandito nel 2012: una peculiarità, questa, che differenzia in modo sostanziale l’azienda sanitaria leccese rispetto alle altre Asl della regione. 

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