rotate-mobile
Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Tre anni di fitte indagini fra malavita e misteri: saluta il maggiore Nichilo

Dalla lotta alla Scu a una novità particolare: sarà il primo ufficiale dell'Arma inserito in un progetto dell'Aeronautica sui droni

LECCE – Originario di Andria, a Lecce arrivò nel 2016, dopo aver comandato la Compagnia dei carabinieri di Termoli. Il nuovo incarico, non dei più semplici e sicuramente fra i più affascinanti per tutte le implicazioni connesse: a capo del Nucleo investigativo salentino, in una terra non certo scevra da frequenti tentativi di risollevarsi della criminalità organizzata, che nel frattempo ha avuto anche una sua inevitabile evoluzione nel modus operandi.

Paolo Nichilo, maggiore dei carabinieri, per tre anni si è ritrovato a gestire in prima persona alcuni fra i più delicati episodi di cronaca locale, come cruenti agguati di mala e altri scioccanti delitti, e, nello stesso tempo, indagini segnate da particolare complessità sulle attività illecite fra Lecce e dintorni. Ora, per lui una nuova missione, davvero molto particolare e stimolante, per la quale segna anche un primato: sarà, infatti, il primo ufficiale dell’Arma ad avere un incarico nell’ambito del Centro di eccellenza aeromobili a pilotaggio remoto, un reparto interforze tra Esercito, Marina militare, Aeronautica militare. E, da domani – appunto -, anche Carabinieri. Questo, in previsione del futuro impiego di particolari velivoli in operazioni di polizia giudiziaria. Insomma, un pioniere in un settore avveniristico.

Era il settembre del 2016 quando il maggiore Nichilo prese il comando lasciato dal capitano Biagio Marro. E, appena un mese dopo, vi fu il “battesimo del fuoco”. Il  26 ottobre del 2016 a Casarano, nel parcheggio di un’area commerciale, Augustino Potenza, ritenuto da sempre dagli inquirenti un pezzo da novanta della criminalità organizzata, fu crivellato di colpi di kalashnikov. Solo un mese dopo, il 26 novembre, nell’ambito della stessa guerra, e sempre a Casarano, si verificò anche il tentato omicidio di Luigi Spennato.

"Diarchia" e "Twilight", pietre miliari

Nacque da questi episodi l’operazione “Diarchia”, una delle principali degli ultimi anni, eseguita all’alba del 30 maggio 2017. Tredici furono i fermi di indiziati di delitto con accuse che andavano dall’associazione a delinquere di tipo mafioso, tentato omicidio aggravato, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, detenzione di armi. Fu rilevante, come indagine, perché da qui prese le mosse nel 2018 la decisione di Tommaso Montedoro, ai vertici del gruppo malavitoso, di avviare un percorso di collaborazione la cui gestione, al fianco dei magistrati della Dda di Lecce, è spettata proprio al maggiore Nichilo.

Facendo un passo indietro e tornando al 2016, il 4 novembre di quell’anno fu segnato anche dall’operazione “Staffetta”. Tra Squinzano, Trepuzzi e Campi Salentina, area da sempre calda, furono eseguiti nove arresti su 32 indagati totali per associazione a delinquere finalizzata alla detenzione e allo spaccio di sostanze stupefacenti. Subito dopo, un’altra pietra miliare, l’inchiesta “Twilight”. Era il 28 novembre del 2016, lo stesso periodo del tentato omicidio di Spennato. I militari del Nucleo investigativo eseguirono quel giorno 23 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di soggetti accusati a vario titolo di usura, intestazione fittizia di beni e illecita intermediazione bancaria. Otre cento gli indagati totali, in una delle piaghe, quella del prestito a strozzo, fra le principali del Salento e da sempre fra le più difficili da indagare, a causa dell’alto tasso di reticenza delle vittime.

Noemi e Teresa, due episodi molto tristi

Il 22 giugno del 2017 fu segnato, invece, dall’operazione “Nigeria”, in collaborazione con il Ros di Lecce. Cinque gli arresti del Nucleo investigativo a carico di nigeriani accusati di riduzione in schiavitù, traffico di esseri umani e sfruttamento della prostituzione. L’indagine, su un tema sempre molto attuale, le tratte dei migranti che tentano di raggiungere l’Europa, portò alla luce particolari agghiaccianti sull’assoggettamento psicologico e fisico delle donne africane.

Non sono mancati, poi, episodi slegati dal contesto della criminalità organizzata, ma non per questo meno inquietanti. Anzi, in alcuni casi persino di più, poiché nati in seno alla quotidianità. Fra tutti, spicca l’omicidio di Noemi Durini di Specchia, con ampio risalto a livello nazionale, fino all’arresto e alla condanna del suo giovane fidanzato, con una pena esemplare per un minore (all’epoca dei fatti), tanto da riscuotere il plauso dell’autorità giudiziaria che gomito a gomito con i carabinieri aveva vissuto quei mesi particolarmente intensi. Ancora, il 16 luglio 2018, a Trepuzzi, l’assassinio di Teresa Russo, a Trepuzzi, con l’arresto del compagno, Michele Spagnuolo. Due episodi, quelli delle povere Noemi e Teresa, segnati da sospetti e gelosie in campo sentimentale, in cui il Nucleo investigativo ha operato in stretto raccordo con altri reparti.

IMG_0478-2

Ancora, nel settembre 2018, va ricordata la strage di Cursi, quando Roberto Pappadà freddò a colpi di pistola tre componenti di un nucleo familiare del luogo. Un massacro tanto più assurdo, poiché dettato da futili motivi di astio per una questione di parcheggi. Fu proprio il maggiore Nichilo a curare con il pubblico ministero intervenuto sul posto l’interrogatorio, con la confessione finale dell’omicida.

In mezzo, il 27 luglio 2018, l’operazione “La svolta” che, all’indomani dell’omicidio di Francesco Fasano, a Melissano, portò i militari comandati dal maggiore Nichilo, dopo un’indagine molto rapida, a eseguire dieci fermi, due dei quali proprio per l’omicidio, maturato in un contesto di spartizione del territorio nell’ambito dello spaccio di stupefacenti.

Le indagini sui casi più recenti

Arrivando ai giorni nostri, risale al 25 aprile scorso l’omicidio di Mattia Capocelli, a Maglie, con il fermo dell’assassino e lo sviluppo delle indagini ulteriori nei giorni successivi, al fianco della Compagnia dei carabinieri di Maglie. Resta, invece, un caso ancora aperto e sul quale sono in corso al momento indagini, il tentato omicidio di Alberto Specchia a Soleto, tanto più misterioso, se si considera la lontananza da qualsiasi contesto di criminalità, organizzata o comune.

Ma sono davvero tanti i casi da citare: la scomparsa di Roberta Martucci avvenuta il 20 agosto 1999, vicenda ancora aperta, il ritrovamento di ossa umane in un pozzo a Matino e, nel gennaio 2017 quello del corpo di Kalid Lagraidi, giovane marocchino. Insieme con la Compagnia di Gallipoli, in poche ore, fu ricostruito l’omicidio, fino all’incriminazione del pluripregiudicato Marco Barba.

Tanti gli attesati di stima

Tre anni, che sembrano brevi, ma che sono stati molto intensi. E ora, quest’impiego del tutto inedito nel reparto dell’Aeronautica militare, che ha tra i propri compiti quello di addestrare i futuri operatori di droni, come piloti ed esperti della materia per valutazione e sperimentazione di tecniche, procedure e sistemi di contrasto alla minaccia di velivoli mini/micro, cioè di ridotte dimensioni, impiegati con intenti malevoli.

Tante le attestazioni di stima pervenute in questi giorni al maggiore Nichilo, con auguri sinceri per il nuovo incarico, in primis dal suo comandante diretto, il tenente colonnello Pasquale Montemurro del Reparto operativo e, naturalmente, del colonnello Giampaolo Zanchi, comandante provinciale dei carabinieri, che proprio in questi giorni sta lasciando il suo incarico. Ma, in generale, e non solo nell’ambito delle forze dell’ordine, tanti fra coloro che hanno avuto modo di conoscere il maggiore Nichilo, non possono che apprezzare l’uomo. Disponibilità in qualsiasi circostanza e gentilezza ne hanno fatto spesso e volentieri anche un punto di riferimento molto affidabile per la stampa. Il che è alla base di un’informazione corretta resa ai cittadini.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Tre anni di fitte indagini fra malavita e misteri: saluta il maggiore Nichilo

LeccePrima è in caricamento