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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Via Quinto Ennio

Quegli strani segni sul muro vicino al citofono: occhio al codice dei ladri

Una coppia leccese ha trovato alcune stanghe tracciate sulla parete esterna di un proprio immobile in via Quinto Ennio. Sembravano rappresentare il numero esatto delle persone presenti all'interno e persino età approssimativa e genere. Non esiste un codice univoco, ma è bene fare sempre attenzione

LECCE – Cinque linee piccole, una sesta un po’ più lunga, altre due analoghe, ma a forma di croce al contrario. I proprietari di un’abitazione nel centro storico di Lecce, nei giorni scorsi, hanno trovato questi strani segni sul muro.

Erano stati tracciati sull’intonaco bianco con una chiave o un cacciavite. E, riflettendo un attimo, hanno intuito cosa potessero significare: cinque bambini, una donna, due uomini adulti. Cioè, esattamente il numero di persone ospitate momentaneamente in casa. Una famiglia numerosa (bimbi, genitori e nonno), amici venuti da fuori per una vacanza nella capitale del barocco tra la fine di giugno e i primi di luglio, che hanno trovato sistemazione nel borgo antico.

Il sospetto, sicuramente fondato, è che qualche topo d’appartamento, o magari le vedette che vanno in avanscoperta studiando i quartieri della città, abbia osservato i movimenti e deciso di lasciare un promemoria. Ad esempio: “Casa affollata”.   

I proprietari di quell’immobile, in via Quinto Ennio, una giovane coppia sulla trentina (lui imprenditore, lei professionista) che risiede altrove nel capoluogo e che dopo la scoperta ha pagato un servizio di vigilanza privato, hanno deciso di contattare LeccePrima, memori di un’altra vicenda trattata lo scorso anno, pressappoco nello stesso periodo.

Forse qualcuno ne serberà ancora memoria: in un appartamento di via dei Palumbo, nel rione Salesiani, una donna subì la “visita” di ladri in casa. I furfanti riuscirono a oltrepassare l’uscio, ma fuggirono quando si accorsero della sua presenza all’interno: era di spalle, stava parlando al telefono.

Uscita per vedere cosa fosse accaduto (non aveva ancora maturato l’idea che potessero essere estranei; lì per lì aveva pensato che fosse il marito di rientro dal lavoro), sui gradini del pianerottolo trovò un simbolo. Probabilmente un codice di riconoscimento, un appunto per loro stessi o eventuali complici.

La coppia leccese ha deciso di raccontare la propria storia, per mettere in guardia i leccesi. E’ necessario fare molta attenzione a cosa possa apparire all’improvviso, impresso ai margini di un portone, perché, specie in questo periodo, tra vacanze, ferie e viaggi, le case spesso sono vuote e vulnerabili. Una pacchia, per i parassiti che vivono rubando i frutti del lavoro altrui, come denaro ed elettrodomestici, o magari gioielli di valore non solo economico, ma spesso anche e soprattutto affettivo.

Per lungo tempo si è creduto che quelle dei segni sui muri tracciati dai predoni fosse una leggenda metropolitana. Negli ultimi anni, però, i casi si sono moltiplicati e fonti sempre più autorevoli e attendibili ne hanno trattato, perché i cittadini fossero al corrente dei rischi. In rete si possono trovare diversi riferimenti, provenienti da tutta Italia.   

Interessante, per esempio, un vademecum della questura de La Spezia. Poche e importanti regole per cercare di prevenire spiacevoli sorprese e che si possono estendere a ogni città italiana.

In un passaggio in particolare, la nota recita così: “Capita talora di osservare, sui muri delle case nei pressi di cancelli o portoni, strani  segni, a volte tracciati da chi esegue un sopralluogo per segnalare ai complici la caratteristiche delle case da “visitare”. Non esiste un codice unico per decifrare il significato di questi segni, ma si ritiene che ogni gruppo di malviventi adotti un proprio codice. In ogni caso, è bene segnalare tempestivamente queste circostanze alle forze di polizia, fotografare i segni e appena possibile cancellarli”.

Sul sito istituzionale del Comune di Rho, è stato diramato un comunicato stampa a firma dell’assessorato alla polizia locale, in cui si richiede di fare la massima attenzione ai simboli vicino ai citofoni. 

Articoli sul tema sono usciti anche su importanti quotidiani nazionali, per esempio su La Nazione”, per episodi a Pontedera, o, ancora, su “La Repubblica”, per casi a Palermo. A Lecce il fenomeno non sembra molto diffuso. La sensazione è che i codici siano stati tracciati sporadicamente. E tuttavia, senza che diventi una fobia per cui non chiudere occhi la notte, meglio comunque, questi occhi, tenerli sempre bene aperti. Almeno di giorno. Quando, cioè, contrariamente a quanto è stampato nell'immaginario collettivo, avvengono più di frequente le intrusioni in ville e appartamenti.  

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