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Cronaca

Si congeda il luogotenente Angelelli, l'occhio "scientifico" dei carabinieri

Per 42 anni nell'Arma, al culmine della carriera a capo della Sis. Il silenzioso lavoro a caccia di prove nei delitti più oscuri

LECCE - Quarantadue anni trascorsi con la divisa dei carabinieri addosso, quasi due terzi della sua vita. Definirlo un’istituzione, riduttivo. Chi mastica cronaca nera a Lecce sa che, fino a poco giorni addietro, laddove si fosse trovato a seguire un crimine particolarmente efferato, sulla scena si sarebbe quasi certamente imbattuto nell’imponente sagoma del luogotenente Vito Angelelli.

La fedele macchina fotografica stretta fra le mani, per anni è stato lesto a cogliere ogni dettaglio, il minimo segno sul suolo, una scorticatura su una parete, un mozzicone di sigaretta in un’auto. Particolari infinitesimali agli occhi comuni, ma che possono fare la differenza al bivio di una storia, accelerare la soluzione di un caso, se non fornire proprio la chiave mancante e diradare il buio in cui, a volte, anche i più bravi investigatori rischiano di essere risucchiati davanti a una vicenda resa magari molto complessa dalla scarsità di indizi.

Vito Angelelli, luogotenente carica speciale, è stato al culmine della sua carriera comandante della 2^ Sezione del Nucleo investigativo del Reparto operativo del Comando provinciale dei carabinieri di Lecce e responsabile della Sezione investigazioni scientifiche. Per dirla in breve, a capo della scientifica, un manipolo di uomini che lavora per effettuare rilievi in cerca di importanti tracce.

Su omicidi, sparatorie, ordigni, rapine, il loro è un lavoro silenzioso che segue binari paralleli di altri reparti, e che può essere davvero risolutivo. Fortunate serie televisive come Csi o, senza varcare l’Atlantico, Ris – Delitti imperfetti, hanno aiutato il grande pubblico a comprendere meglio alcune dinamiche, rendendo tutto il fascino di questa specialità. Certo, con l’inevitabile enfasi e qualche forzatura tipica delle fiction: nella realtà, quella di provincia in particolare, i mezzi possono essere un po’ meno sofisticati. E allora, la tecnica deve andare di pari passo con l’intuito.  

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Per anni il luogotenente Angelelli ha lavorato sodo sul campo, in condizioni a volte proibitive e in contesti difficili, circondato dal dolore e dallo sgomento di chi era intorno a lui, obbligato a nascondere emozioni e sensazioni per avere la necessaria concentrazione di focalizzarsi sulla scena, mettendo a frutto conoscenze e arguzia. Ma il 25 agosto scorso, giorno successivo al suo 65esimo compleanno, è arrivata anche per una roccia come lui il momento di andare in congedo.

Tutti ne sono certi, però: non rimarrà chiuso nella sua abitazione di Trepuzzi a ripensare al passato. Insancabile, per lui c'è già una nuova missione. Volontario presso il comitato di Lecce della Croce rossa italiana dalla fine del 2017, è referente di area dello staff della sala operativa e attualmente qui presta il suo servizio, forte di una serie di nuove competenze nel frattempo maturate sul fronte del soccorso alle vite umane. Doppia testimonianza di due aspetti della sua personalità: la vocazione per l’azione, con la necessità di stare sempre in trincea, e la grande umanità che gli riconoscono da sempre colleghi e, in generale, chiunque abbia avuto modo di conoscerlo.

Un vero stakanovista, Angelelli, come tutta la squadra di cui è stato coordinatore, uomini sempre pronti alla chiamata improvvisa, di giorno, come negli orari più impensabili della notte. E il suo nome si è legato nel tempo a tante operazioni, pur non essendo mai sotto i riflettori, come ruolo impone. Citarle tutte è difficile, ma basti pensare che per uno dei più gravi delitti mai consumati nel Salento, l’efferato omicidio di moglie e marito, avvenuto a Porto Cesareo verso la fine di giugno del 2014, per il quale si è poi arrivati all’arresto dell’autore materiale, nel 2016 ha ricevuto l’elogio dell’allora comandante provinciale di Lecce, il colonnello Nicodemo Macrì, per il coordinamento e la partecipazione personale alla complessa indagine.

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Ma sono davvero tanti i momenti della storia locale in cui, nel tempo, ha prestato sul suo fondamentale apporto nella delicata fase investigativa, specie in ambito di criminalità organizzata. Fra questi, due recenti episodi nella zona di Casarano, l’omicidio di quello che è sempre stato ritenuto dagli inquirenti un pezzo da novanta della malavita locale, Augustino Potenza (ottobre 2016) e, appena un mese dopo, il tentato assassinio di Luigi Spennato, nome legato al primo da un comune passato. Tutte situazioni, queste come tante altre, che hanno richiesto un paziente e delicato lavoro di cesello.

Diplomato perito capotecnico meccanico presso l’Itis “Enrico Fermi” di Lecce, poi laureatosi in Scienze dell’amministrazione (curriculum di operatore giudiziario presso l’Università degli studi di Siena, col punteggio massimo), Angelelli si è arruolato nell’Arma il 4 gennaio del 1977 ed è stato incorporato presso la Scuola allievi carabinieri “Cernaia” di Torino. Primo su 300 allievi sottufficiali nel corso di comandante di stazione, vanta numerose specializzazioni: fotografia e informatica, per esempio, ma anche Nbcr (nucleare, biologico, chimico e radiologico) e nei prelievi di campioni biologici.

DSC00120-3Lunga la sua carriera, che gli ha permesso di girare l’Italia. E’ stato presso l’11° Battaglione carabinieri “Puglia” di Bari, con servizi temporanei nella zona di Locri e durante il periodo del sequestro di Aldo Moro a Roma. Ha comandato la Squadra anfibi presso il 3° Battaglione carabinieri “Lombardia” di Milano. Ha operato a Cirò Marina (Crotone) presso la stazione dell’Arma e il Nucleo operativo e radiomobile della compagnia.

Ancora: capo equipaggio del Nucleo radiomobile della compagnia dei carabinieri di Bari e addetto al Nucleo di polizia giudiziaria e Sezione di polizia giudiziaria presso la Procura di Bari. Dal 2000, è rientrato nella terra natia, lavorando come fotografo presso il Nucleo investigativo del Reparto operativo del comando provinciale di Lecce, prima di diventare nel 2011 responsabile della Sis (Sezione investigazioni scientifiche).

Fra le onorificenze, la nomina a Cavaliere dell’Ordine al merito della repubblica e le varie attestazioni per la sua longeva opera, dulcis in fundo la Croce d’oro con stelletta per i 40 anni di servizio. Qualità umane e professionali, umiltà e spirito di servizio, ne hanno fatto un professionista prezioso per l'Arma.  

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