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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Contributi all'istituto per ciechi in odor di truffa, in 21 rischiano il processo

E' arrivata al capolinea con la fissazione dell'udienza preliminare, l'inchiesta sull'"Anna Antonacci" di Lecce. Per l'accusa parte dei fondi furono impiegati per finalità non consentite, come l'avvio di un b&b

LECCE - In 21 rischiano il processo per finanziamenti in odor di truffa ottenuti dall’Istituto per ciechi “Anna Antonacci” di Lecce. E’ stata fissata per il 21 novembre, l’udienza preliminare durante la quale il giudice Giulia Proto deciderà se accogliere la richiesta di rinvio a giudizio firmata dal pubblico ministero Maria Vallefuoco. Tra le posizioni al vaglio del gup, ci saranno quelle di Maurizio Antico, 60 anni, di Galatone, rappresentante legale dell’istituto, del vicepresidente Antonio Donno, 52, di Lecce, del dirigente pro-tempore del servizio politiche sociali della Provincia (fino al gennaio 2014) Gilberto Selleri, 68, di Lecce, e del suo successore Massimo Evangelista, 66, di Lecce, della funzionaria e responsabile del procedimento Elisa Paladini, 50 anni, di Monteroni, e di una dipendente dell’Ente Giuseppina Carluccio, 43, di Otranto.

Tra i progetti “incriminati” c’è quello presentato l’11 marzo 2011 che riguardava “l’attivazione di un centro diurno finalizzato al recupero funzionale, lavorativo e sociale dei minorati della vista affetti da handicap aggiuntivi” per una cifra complessiva di 260mila euro. In realtà, stando alle indagini condotte dagli uomini della guardia di finanza di Lecce, le somme sarebbero state destinate a scopi diversi dal progetto, come quella dell’avviamento di un b&b e affittacamere nello stesso immobile.

Non solo. Antico risponde anche di aver ingannato la Regione Puglia, ottenendo 50mila euro nell’ambito del progetto “Handimatica”, allegando in sede di rendicontazione spese non sostenute, perché già finanziate proprio nell’ambito del progetto della Provincia. E ancora l’istituto avrebbe ottenuto sempre dalla Regione contributi per servizi e corsi di formazione che, stando ai riscontri investigativi, non furono mai eseguiti. Accusa questa che tira in ballo anche gli altri indagati. Stiamo parlando di: Giovanni Dell’Onze, 55, di Lequile; Filippo Calò, 54 anni, di Tuglie; Roberto Martini, 54 anni, di Lecce; Massimo Cervelli, 37, di Lecce; Patrizia Palumbo, 50, di Lequile; Giuliana Paciolla, 38, di Lecce; Ivan Salvatore Raganato, 43, di Lecce; Antonietta Argentiero, 34, di Lecce; Luana Frusi, 34, di Lecce; Valeria Felino, 35, di Taranto; Marina Congedo, 39, residente a Udine; Andrea Fiorucci, 36, di Lecce; Fabio Alessandro Musci, 39, di Lizzano; Domenico Argentiero, 27, di Carovigno; Alessio Zampino, 33 anni, di Merine (frazione di Lizzanello).

A difendere gli imputati, ci penseranno gli avvocati Giuseppe Terragno, Luciano De Francesco, Anna Centonze, Silvio Verri, Stefano Maggio, Roberto Gualtiero Marra, Andrea Conte, Luigi Suez, Roberta Romano, Americo Barba, Andrea Starace, Cristiano Solinas, Tommaso Stefanizzo, Luigi Rella, Anna Inguscio, Domenico Bitonto, Angelo Masini, Alessandra Liliana Tomasi e Gianfranco Gemma.

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