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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Nel Parco Rauccio una Lancia Delta bruciata: forse usata per qualche "colpo"

L'autovettura è risultata rubata a Pulsano. Un agricoltore ne ha segnalato la presenza in una piccola radura tra la vegetazione dell'area naturale. I malviventi hanno dato alle fiamme l'abitacolo. Poco tempo addietro, non lontano, a Spiaggiabella, rinvenute altri tre veicoli provento di furto

LECCE – Questa volta nessuna area recintata accanto a un vecchio rudere. Ma la vicinanza fra le due zone (la prima nei dintorni di Spiaggiabella, la seconda nel mezzo del Parco Rauccio) lascia intendere che sia sempre più chiaro il tragitto sfruttato da molte delle bande di ladri che imperversano nella notte, quelle dedite ai furti con “spaccata”.

Il termine è ormai entrato nel gergo comune e sta a indicare lo sfondamento di vetrate dei negozi e aree di carburante, se non delle colonnine del self-service, con mazzuole o addirittura autovetture e furgoni, usati in qualche episodio a mo’ d’ariete.  Uno di questi veicoli, dunque, potrebbe essere la Lancia Delta grigia ritrovata ieri pomeriggio per puro caso e segnalata alla polizia. E’ risultata peraltro rubata il 21 marzo scorso piuttosto lontano da Lecce, a Pulsano, in provincia di Taranto.

L’auto è stata abbandonata nel bel mezzo dell’area naturale a nord di Lecce. Un agricoltore l’ha notata ferma in una sorta di radura in mezzo alla fitta vegetazione che caratterizza Parco Rauccio. All’esterno è apparsa intatta, a parte i cristalli anneriti. La spiegazione è semplice: nell’abitacolo le fiamme hanno divorato le tappezzerie.

L’uomo ha subito chiamato la polizia e una volante s’è recata sul posto per verificare la segnalazione. La Lancia, hanno constatato gli agenti, è stata condotta per almeno un paio di chilometri all’interno del Parco, prima di essere bruciata, in un punto molto nascosto nei pressi di via Giacomo Monticelli.

Quest’ultima è una strada che si diparte dalla provinciale Lecce-Torre Chianca e che percorre la campagna del capoluogo fino a incrociarsi con la Squinzano-Casalabate. In sostanza, è una parallela della litoranea adriatica, evidentemente sfruttata da diversi malviventi come via di fuga dopo le scorribande, per rientrare probabilmente nella zona di Brindisi.

E' peraltro uno dei percorsi preferiti lungo la "mappa del crimine", insieme con via Roggerone, un’altra strada che attraversa le campagne leccesi lambendo la frazione di San Ligorio e conducendo poi sempre su tratti in direzione delle marine di Lecce. Il caso è dunque ora al vaglio degli specialisti della scientifica.

All’interno i malviventi hanno gettato liquido infiammabile e accesso il fuoco, sperando così di distruggere tutte le eventuali tracce presenti. A volte basta un capello, una macchiolina di sangue, un’impronta per risolvere un caso. Ora gli investigatori stanno cercando di capire in quale circostanza è stata impiegata quell’auto.

Il luogo del ritrovamento, come detto, lascia tracciare come ipotesi principale quella di un uso per furto o rapina. La Delta potrebbe essere stata abbandonata in quel punto, per poi usare un altro mezzo con una targa pulita. Un aspetto di rilievo, il fatto che a fine marzo, nella zona di Spiaggiabella (quindi davvero molto vicino a Parco Rauccio), sempre la polizia abbia rinvenuto ben tre veicoli rubati, fra cui un’Alfa 156 sottratta anche in quel caso al legittimo proprietario in provincia di Taranto. A Manduria, per la precisione.

Un aspetto non da poco, perché potrebbe aprirsi un’unica pista che conduce agli stessi soggetti. Infine, una curiosità: la Lancia Delta sembra essere tra i veicoli più apprezzati per le “spaccate”. Il 29 marzo i carabinieri di San Vito dei Normanni, in provincia di Brindisi, ne hanno trovata una con dentro ancora arnesi da scasso. Era stata rubata a Squinzano e, a quanto pare, impiegata per furti in caffetteria di Galatina e Galatone. Un giovane mesagnese è stato denunciato per ricettazione.     

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