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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Rito funebre per Dino e Veronica, don Simone: "Morti per egoismo e indifferenza"

La funzione nella chiesetta di San Nicolò e Cataldo del cimitero di Lecce. Esattamente dopo otto giorni dal macabro ritrovamento dei due senzatetto nella voragine apertasi in una vecchia abitazione in via Taranto. Tra i presenti anche il sindaco Perrone

LECCE – Partecipata funzione funebre nella chiesetta di San Nicolò e Cataldo del cimitero di Lecce. Esattamente dopo otto giorni dal macabro ritrovamento dei due senzatetto Veronica Piggini e Riccardo Martina. I corpi erano nella voragine apertasi sotto il pavimento in quello che doveva essere un rifugio di fortuna e che invece è diventata la loro tomba, in via Taranto: vecchie case che si affacciano sulla strada al limite della vivibilità, dove avevano trovato dimora. Loro, ed altri più sfortunati. Da questa sera i loro corpi saranno tumulati in due loculi donati dalla curia leccese, nei pressi della cappella monumentale del Santissimo Sacramento.

Ad officiare la liturgia don Simone Rella, il giovane parroco della chiesa Santa Maria della Pace, nel rione di Borgo Pace, che nella sua omelia non ha usato mezze parole contro l’indifferenza e l’approssimazione con cui è stata affrontata la vicenda dei senzatetto. Presenti, oltre ad un centinaio di persone, tra cui gli amici di Veronica Piggini e Riccardo Martina, i residenti del rione che conoscevano la coppia, il sindaco di Lecce Paolo Perrone, il vice Carmen Tessitore (che ha la delega ai Servizi sociali) ed alcuni altri amministratori. IMG_0042 (1)-2  

“Sono morti per indifferenza ed egoismo”. Prova a scuotere così le coscienze don Simone, sapendo che le sue parole vogliono essere un grido di speranza affinché episodi come questi non accadano mai più. “A volte parliamo rivolgendoci non sapendo realmente nemmeno a chi, mentre non facciamo la cosa più utile, dimenticandoci di guardare sotto casa – un altro suo passaggio - dove spesso è proprio lì che c’è chi  soffre. Ed è accaduto proprio questo, non ci si è accorti della loro sofferenza sotto casa. E perché? Credete forse – ha aggiunto il parroco – che loro fossero più peccatori di altri? La morte di Veronica e Riccardo è la morte di una città”.

Parole profonde e di denuncia quelle pronunciate da don Simone, che raggiungono dritte la debolezza umana che ognuno si porta dietro. L’importante è non dimenticare. Come quando senza fraseggi di circostanza, ben sapendo che ha di fronte chi governa la città, dice: “Non credo siamo pronti per Lecce a Capitale europea della cultura: sarebbe invece più utile a questa città un’altra candidatura, quella a Capitale dell’accoglienza”. 

Il rito nella chiesa dei santi Niccolò e Cataldo

Oggi la cerimonia religiosa, ieri quella laica di alcuni attivisti e cittadini che hanno affisso dei manifesti e degli striscioni proprio sul muro dell'abitazione dove sono stati trovati i due cadaveri. Un ricordo collettivo, anche quello all'insegna del monito contro l'indifferenza e della stessa critica all'ambizione europea della città in presenza di una tragedia come quella di Dino e Veronica. Prospettive diverse, parole identiche.  

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