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Cronaca

Dissequestrata la Cib Industry: per il gip non c'è pericolo di reiterare i reati

L'azienda di Rocco Antonio Chetta, uno degli indagati in "Ghost wine", ha gli stabilimenti ormai in disuso e senza più personale

LECCE – Scatta il dissequestro per la Cib Industry Srl, società amministrata da Rocco Antonio Chetta, 65enne di Taviano (ma residente a Lequile), uno degli imprenditori vitivinicoli coinvolti nella nota operazione “Ghost Whine” del Nas dei carabinieri e dell’Icqrf, organismo di controllo del ministero delle Politiche agricole, sulla presunta adulterazione del vino. A ordinare che siano tolti i sigilli, il giudice per le indagini preliminari Michele Toriello.

I sequestri preventivi delle aziende Cib Industry Srl e Ccib Food Industry srl, con stabilimento a Lequile, in via Preti di Campi, erano stati disposti il 3 e il 19 luglio del 2019. Riguardo alla Cib Industry, l’avvocato Francesco Vergine, difensore di Chetta, ha presentato un’istanza di revoca di sequestro, che ha avuto, però, il 29 gennaio scorso, parere negativo del pubblico ministero.

Per il giudice, però, la società può essere dissequestrata, mancando allo stato attuale il pericolo di reiterazione dei reati di cui Chetta è accusato, dato che il vincolo, all’origine, era stato imposto per fini impeditivi. E, a tutt’oggi, gli atti evidenziano come entrambe le società siano inattive, senza più dipendenti (tutti licenziati) e gli stabilimenti stessi “in stato di disuso e con gravi carenze igienico sanitarie”.

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