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Imprenditore si spara al volto con un fucile: in rianimazione al "Vito Fazzi"

La tragedia in serata via Vercelli. Già nel pomeriggio il 68enne si era allontanato con insani intenti da casa, ma era stato rintracciato. Forse ha esitato al momento di fare fuoco e per questo non è morto all'istante, ma è grave in ospedale. L'arma da caccia ha la matricola illegibile. Sul posto la polizia

LECCE – E’ riuscito a eludere il controllo dei parenti. Poi ha imbracciato un fucile di cui nessuno sembra che avesse mai saputo l’esistenza, ha camminato per diversi metri nelle campagne, intorno al buio, oltrepassato il muro di cinta della villa in cui risiede, ed ha fatto fuoco contro di sé.

Qualcosa, però, deve avergli fatto tremare la mano. Un’esitazione, probabilmente la paura. Ed è così che la fucilata l’ha sì, ferito al volto, senza però ucciderlo all’istante. Ora, però, è ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, dove vi è arrivato con un’ambulanza del 118, in codice rosso. La prognosi è riservata.

Il dramma è avvenuto questa sera, poco prima delle 20, in via Vercelli, una delle tante strade alla periferia est di Lecce che confluiscono sulla provinciale Lecce-San Cataldo dove negli anni sono sorte ville e villette, lontano dal trambusto del centro cittadino. L’uomo è un piccolo imprenditore di 68 anni, titolare di una ditta individuale che si occupa di manutenzione di apparecchi industriali per la refrigerazione.

Sembra che da qualche tempo nutrisse forme di ansia e timori, ma i motivi precisi all'origine dell'insano gesto sono al momento al vaglio degli investigatori della sezione volanti di polizia, giunti sul posto su richiesta della stessa famiglia. 

Certo è che nelle ore precedenti si erano già avute alcune avvisaglie che la situazione potesse assumere un triste epilogo. Nel pomeriggio, infatti, l’imprenditore si era allontanato da casa, minacciando proprio di togliersi la vita. I parenti, non riuscendo subito a rintracciarlo, avevano chiamato il 113 e alcune pattuglie si erano messe in cerca di lui. In meno di un’ora, però, l’emergenza era rientrata perché gli stessi famigliari l’avevano rintracciato, riconducendolo a casa.

Quando è scesa la sera, però, il quadro è totalmente precipitato. L’uomo ha probabilmente approfittato di un momento di distrazione degli altri residenti nell’abitazione ed è di nuovo uscito all’esterno. Arrivato in un punto dove il muro di cinta confina con la campagna, ha fatto fuco contro di sé con quell’arma da caccia.

E’ stata la moglie a sentire per prima quell’unico sparo e ad accorrere all’esterno, dove in breve s’è formato un capannello di persone. Sono usciti in strada, infatti, anche diversi vicini. La prima chiamata è stata al 113 e quando una volante ha raggiunto il posto, uno dei poliziotti s’è subito reso conto che la vittima respirava ancora. Immediata la richiesta di un’ambulanza, che ha raccolto il ferito, trasportandolo in ospedale a sirene spiegate.

Il fucile è diventato subito oggetto d’interesse da parte degli investigatori, diretti dal vicequestore aggiunto Antonio Ingrosso, che ha raggiunto i suoi uomini sul posto insieme alla scientifica. E non solo per l’ovvio motivo che si tratta dell’arma usata per tentare il suicidio, ma anche perché nessun altro in casa sembra che fosse al corrente del fatto che il 68enne lo detenesse. Non solo. La matricola stessa risulta illeggibile.

L’arma è stata posta sotto sequestro e sarà sottoposta ad analisi. Nelle prossime ore continuerà l’ascolto di famigliari e conoscenti per cercare di ricostruire meglio i contorni della vicenda.   

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