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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Aerei anticendio e colonne di fumo, Salento in fiamme da nord a sud

A Torre Chianca 50 ettari bruciati. Poi, roghi in località Belvedere a Santa Cesarea, sulla litoranea tra Frigole e San Cataldo e vicino alla pista Prototipo di Nardò: giornata rovente

LECCE – Spettacolare e terrificante la colonna di fumo che intorno alle 16 ha avvolto San Cataldo, provocando al passaggio dei raggi solari un surreale riverbero rossastro sulla sabbia, sugli ombrelloni, sui volti dei bagnanti. Il vento l'ha sospinta soffiando dalla zona di Torre Veneri, litoranea per Frigole, dov’è divampato un vasto incendio (stimato sui 3 chilometri di estensione) che ha anche lambito alcune abitazioni, provocando comprensibile ansia.

Sul fronte dei roghi di sterpaglie e boschi, quella di oggi passerà alle cronache come una delle giornate più impegnative e difficili per tutte le forze in campo, vigili del fuoco, protezione civile, forestali. E più si aprono fronti (ormai ogni giorno), più si nota a pelle la difficoltà ad affrontare le emergenze con un numero di uomini esiguo rispetto alla portata di un fenomeno che ha già raggiunto l’apice in questi primi giorni di agosto. E il Salento, così, oggi più che mai è andato letteralmente a fuoco da nord a sud fin da questa mattina. Le fiamme continueranno sicuramente ad ardere e fare strage di ettari di terreni, colti e incolti, fino a tarda ora e forse anche oltre.

Già verso mezzogiorno, le avvisaglie di una giornata complessa, quando hanno iniziato a prendere fuoco le campagne tra la frazione di Masseria Solicara-Gelsi e Torre Chianca. I vigili del fuoco hanno combattuto per ore, fino a pomeriggio inoltrato, per fronteggiare le fiamme che hanno bruciato circa 50 ettari di sterpaglie alle spalle di Parco Rauccio, in una zona compresa fra via Giacomo Monticelli e l’intersezione fra le strade provinciali 131 e 133. 

E mentre nei poderi del Leccese le fiamme divoravano tutto al loro passaggio, nello stesso tempo altri fuochi nascevano poco prima delle 15 nella parte alta di Santa Cesarea Terme, in località Belvedere. Un’area, anche questa, colpita con estrema puntualità ogni estate.

(Video 1)

Soprattutto, però, è stato problematico l'intevento di Torre Chianca, perché s'è letteralmente intrecciato con quello di Torre Veneri. Proprio mentre si spegnevano gli ultimi focolai da una parte, ecco divampare i primi dall’altra. A pochi chilometri di distanza. E l’incendio anche in questo caso ha assunto dimensioni colossali, a partire pressappoco dallo stabilimento Molo 13 di Frigole e fin dentro la boscaglia, nei pressi del poligono militare.

Fiamme ovunque, è piena emergenza

Per tutto il tempo, hanno fatto spola gli aerei antincendio che hanno raccolto l’acqua dal mare, con più passaggi, per spegnere le fiamme. Molti bagnanti a San Cataldo hanno potuto ammirare dalla distanza privilegiata di poche centinaia di metri la perizia dei piloti, abili a volare a raso sul pelo d’acqua, facendo rifornimento, per poi riprendere quota e dirigersi nel cuore dell’incendio.

(Video 2)

E intanto, un altro vasto rogo ha iniziato a divampare in un altro punto nevralgico, le campagne nei pressi della pista Prototipo di Nardò (di fatto, nei paraggi di Porto Cesareo), altro punto del Salento dove i roghi sono di casa con l'arrivo della bella stagione e con i vigili del distaccamento di Veglie che hanno richiesto almeno un passaggio del Canadair della flotta del ministero degli Interni al rientro dagli altri interventi, per agevolare le operazioni di spegnimento.

Dulcis in fundo, per non farsi mancare nulla, qualcuno ha appiccato le fiamme per l'ennesima volta a Lecce anche fra le sterpaglie di via Vecchia Surbo, dove, nonostante le recenti bonifiche, è ripreso di buona lena anche l'abbandono di rifiuti. Problema annoso e irrisolto, di cui ne fanno le spese i residenti di parte del rione Borgo Pace, costretti a esalare fumi tossici di chi pensa evidentemente di sbarazzarsi dell'incomodo in maniera poco ortodossa. 

(Video 3)

Tutto questo, a distanza di sole 24 ore da un altro maxi incendio, sviluppatosi ieri fra Martano e Otranto. Eventi che offrono da soli un’idea delle dimensioni di un fenomeno senza quasi soluzione di continuità da un giorno all’alto. Eppure, nonostante i ripetuti richiami dei vigili del fuoco, tramite i vari sindacati di rappresentanza, con richiesta d’incontro urgente al prefetto e per un aumento della prevenzione (gli incendi boschivi sono quasi tutti di origine dolosa o colposa, per i motivi più svariati, ma pur sempre per frutto dell’incuria dell’uomo), per adesso tutto tace. Mentre il fronte del fuoco avanza. E per un rogo spento, altri due già ne stanno nascendo.

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