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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Morte Benincasa, vicenda infinita: nuova opposizione alla richiesta di archiviazione

Figura storica della sinistra salentina e consigliere comunale del Pd, scomparve il 19 aprile 2011. I famigliari ritengono che ci sia stata imperizia e negligenza nei soccorsi, ma per periti e pm non vi sarebbero elementi idonei per un processo

LECCE – Sembra destinata a non avere fine la vicenda giudiziaria relativa alla morte di Carlo Benincasa, figura storica della sinistra salentina e consigliere comunale del Partito democratico, scomparso il 19 aprile 2011. Sarà discussa a metà gennaio prossimo, infatti, dinanzi al gip del Tribunale di Lecce Vincenzo Brancato, la nuova richiesta di archiviazione formulata dal sostituto procuratore Emilio Arnesano.

Secondo il pubblico ministero, infatti, sulla base anche delle consulenze redatte dai periti, non vi sarebbero elementi idonei per sostenere l'accusa in giudizio. In particolare, vista la gravità della situazione e le condizioni di salute del politico salentino, anche un intervento più celere e l’utilizzo di un defibrillatore, oltre che un ricovero immediato del paziente, non avrebbero potuto scongiurare il decesso.

Diversa la tesi dei familiari del politico leccese, secondo cui non sarebbero stati solo i ritardi nell'arrivo dell'ambulanza del 118, ma anche il trattamento di primo intervento praticato dai sanitari. Una tesi sostenuta nell'opposizione alla richiesta di archiviazione del pubblico ministero presentata dai legali della famiglia Benincasa, gli avvocati Stefano Prontera e Paolo Pepe.

Cinque le persone iscritte nel registro degli indagati: un medico, due infermieri ed altrettanti operatori di soccorso. Secondo la moglie e il figlio del politico, i soccorsi sarebbero arrivati presso l'abitazione dove Benincasa era stato colto da malore con alcuni minuti di ritardo rispetto a quanto previsto dalla legge: otto minuti per i centri urbani.

Per i legali, che si sono avvalsi anche il parere di un consulente di parte, il dottor Perrone, vi sarebbero poi stati “profili di negligenza, imprudenza e imperizia nell'assistenza prestata dai sanitari del 118, con l'attivazione di procedure nocive per Carlo Benincasa, tali da determinare un collasso delle condizioni dello stesso. In sintesi, secondo quanto evidenziato nell’atto di opposizione, vi sarebbero stati ritardi nell'intervento dei sanitari e negligenze degli stessi, che avrebbero accelerato un decesso che, con ogni probabilità, poteva essere evitato. La parola passa ora al gip, che deciderà al termine dell'udienza in camera di consiglio.

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